Amianto killer: morti due operai

Amianto killer: morti due operai
Altre due persone a Padova e provincia sono morte per avere inalato la polvere di amianto, una terza è ridotta in gravissime condizioni. Nel registro degli indagati sono stati...

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Altre due persone a Padova e provincia sono morte per avere inalato la polvere di amianto, una terza è ridotta in gravissime condizioni. Nel registro degli indagati sono stati iscritti per i reati di omicidio colposo aggravato e lesioni aggravate gli ex amministratori delegati di 76 e 77 anni rispettivamente delle aziende ex Edilit di Vigodarzere e della Sacelit di Padova. Le indagini sono state condotte dal sostituto procuratore Sergio Dini e si sono concluse nei primi giorni di agosto. Alla ex Edilit lavorava come operaia una donna residente a Padova e per una ventina di anni si è occupata della lavorazione del cemento. É morta per mesotelioma pleurico nel giugno del 2013 all'età di 77 anni. I familiari, appurata la causa del decesso strettamente legata all'inalazione per anni della polvere di amianto, hanno presentato un esposto in Procura. Lo stesso hanno fatto i parenti di un uomo di 72 anni, residente a San Pietro Viminario e gravemente malato, anche lui dipendente per anni della ex Edilit dove ha lavorato a stretto contatto con la polvere di amianto. Stessa sorte è capitata a un ex operaio della Secelit di Padova, morto nel 2010 all'età di 71 anni ammalato di mesotelioma pleurico. Anche in questo caso i suoi familiari hanno presentato un esposto in Procura. Sono così scattate le indagini e gli inquirenti sono venuti a sapere che tutti e tre gli operai per almeno una ventina di anni hanno lavorato il cemento venendo a stretto contatto con la terribile polvere di amianto.

A questo punto sono stati sentiti dalla Procura gli ex amministratori delegati delle due aziende ex Edilit e Sacelit, ma la maggior parte di loro è già deceduta. Per cui alla fine nel registro degli indagati ne sono stati iscritti soltanto due, quelli che sono rimasti in vita. Ora il pubblico ministero si appresta a chiederne il rinvio a giudizio. Secondo l'accusa le fabbriche e i loro rappresentanti sapevano i rischi alla salute che correvano i loro operai, ma non avrebbero fatto nulla per metterli in sicurezza. Avrebbero lasciato i loro dipendenti in balia per decenni della polvere di amianto sprigionata dalla lavorazione del cemento. L'arco temporale su cui si sono focalizzate le indagini è stato dalla fine degli anni '60 fino all'inizio degli anni '90. Nel 2005, l'allora direttore della Sacelit, patteggiò sei mesi per la morte di un operaio ucciso dall'amianto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino