ROMA - Si è aperta solo a metà ottobre la campagna vaccinale di quest'anno in Italia contro l'influenza e la decisione precauzionale da parte dell'Aifa di bloccare un vaccino...
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E, nonostante le raccomandazioni dei medici che continuano a suggerire le vaccinazioni soprattutto per anziani e bambini, la copertura vaccinale contro l'influenza è scesa negli ultimi 4 anni dal picco del 19,6% della stagione 2009-2010 al 15,6% del 2013-2014. La discesa in ogni caso è ancora più marcata per quanto riguarda gli over 65: si è passati dal 65,6% di vaccinati nel 2009-2010 al 55,4% della stagione 2013-2014 (-10,2%). Quest'anno per combattere l'influenza, oltre ai vaccini trivalenti usati finora, ci sarà per la prima volta anche quello tetravalente, che copre quattro ceppi del virus influenzale. Primi casi sporadici e isolati stanno arrivando in Italia da inizio novembre ma, secondo le proiezioni dei medici, ad essere colpiti potrebbero essere a fine stagione circa quattro milioni di italiani.
L'Italia ricopre un ruolo di primo piano nella produzione e nell'esportazione dei vaccini, tra il 2008 e il 2013, l'industria italiana dei vaccini, secondo i dati di Farmindustria, ha fatto registrare un +118% nelle esportazioni, a fronte del 7% dell'intera industria e, nel 2014, l'export italiano è cresciuto del 61% a fronte del +26% degli altri paesi europei.
L'Italia, stando ai dati dell'associazione che rappresenta l'industria del farmaco, e più in generale l'Europa, con il 79% della quota mondiale, sono il punto chiave della produzione dei vaccini, e nel nostro paese gli addetti impegnati nel settore sono 2600 di cui circa 2000 nella ricerca e sviluppo.
Il rapporto costo-beneficio che si ottiene vaccinando contro l'influenza tutti i cittadini di età compresa tra 50 e 64 anni è stato stimato di uno a dieci: infatti, con un costo annuo di 76 milioni di euro si otterrebbero risparmi in spese per assistere i malati dalle complicanze legate al virus stagionale di circa 746 milioni di euro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino