Allarme in Friuli VG: mutazioni già trovate in 17 tamponi su 343

Allarme in Friuli VG: mutazioni già trovate in 17 tamponi su 343
LO STUDIOTRIESTE Il primo caso isolato di variante inglese in Friuli Venezia Giulia era stato trovato il 30 gennaio. Il tampone allora era quello di una donna di Trieste rientrata...

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LO STUDIO
TRIESTE Il primo caso isolato di variante inglese in Friuli Venezia Giulia era stato trovato il 30 gennaio. Il tampone allora era quello di una donna di Trieste rientrata da Londra in aereo. Ma si trattava di un caso isolato. Da ieri, invece, si ha a disposizione la prima mappa (anche se estremamente parziale) della diffusione del ceppo mutato del virus in regione. I casi confermati sono 17, a fronte di un campione composto da 343 tamponi con una carica virale particolarmente alta. L'incidenza della variante inglese è del 4,9 per cento. È stato l'Istituto superiore di sanità a chiedere alle Regioni di sequenziare in modo più puntuale i genomi dei virus circolanti. E ieri è arrivata la prima risposta in Fvg. «Al momento - ha spiegato il vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi - non si hanno notizie relative a possibili focolai, ma soltanto conferme di casi isolati. Questo però è un campanello d'allarme: l'attenzione deve alzarsi nuovamente». Nel dettaglio, i tamponi positivi alla variante inglese del Coronavirus sono nove in provincia di Udine, quattro tra Trieste e Gorizia e altri quattro in provincia di Pordenone. L'età dei contagiati spazia tra i sei anni del paziente più piccolo agli 86 del più anziano. Saranno i singoli dipartimenti di prevenzione delle tre Aziende sanitarie della regione, ora, a cercare di indagare sull'esistenza o meno di casi correlati a quelli emersi grazie al campione analizzato dall'Area di ricerca di Trieste. I risultati intanto saranno inviati all'Istituto superiore di sanità, che avrà anche il compito di aggiornare lo storico a livello nazionale.

Sempre ieri, poi, all'ospedale pediatrico Burlo Garofolo di Trieste, è stata individuata una seconda variante in una bimba. Si tratta primo caso pediatrico della mutazione N439K. «La variante N439K - spiega nel dettaglio Manola Comar, professoressa di microbiologia dell'Università degli Studi di Trieste - rappresenta la seconda più comune mutazione che si trova sulla proteina Spike di Covid-19». È un ceppo conosciuto comparso in Europa già a marzo 2020. Una minaccia (quasi) da niente, rispetto alla variante inglese.
M.A.
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Il Gazzettino