Alla Croce rossa arrivati gli arretrati

Alla Croce rossa arrivati gli arretrati
La Croce rossa di Udine recupera un po' d'ossigeno: ieri lo Stato ha accreditato sul suo conto un po' di quanto le deve per l'assistenza ai profughi a Udine e in diverse strutture...

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La Croce rossa di Udine recupera un po' d'ossigeno: ieri lo Stato ha accreditato sul suo conto un po' di quanto le deve per l'assistenza ai profughi a Udine e in diverse strutture sul territorio provinciale. «Il debito non è saldato nella sua interezza, ma in una sua parte sì», conferma il prefetto Vittorio Zappalorto, che però non si sbilancia sulla cifra accreditata né su quando potrà essere saldato l'arretrato. Non fa cifre neppure il direttore della Cri di Udine, Fabio Di Lenardo, che però dice essere stata accreditata «una buona parte» di quanto dovuto, cioè «qualche milione». Si tratta dei fondi che la Croce Rossa impegna per l'assistenza ai migranti alle caserme Cavarzerani («circa 800 persone») alla Friuli (90 migranti) e in dieci strutture alberghiere sul territorio provinciale, per complessive 250 persone. In tutto, quindi, in questo momento 1.140 migranti ai quali la Croce Rossa assicura «colazione, pranzo e cena - riassume il direttore -, ci occupiamo degli accompagnamenti presso le strutture sanitarie o alla commissione per le pratiche di riconoscimento di profugo e alle volte procuriamo anche il vestiario». In sostanza, un servizio «legato alla persona e alla sua dignità». Il debito statale si è accumulato «in parte per quanto dovuto per il 2016 e in parte per i residui dello scorso anno», spiega Di Lenardo, che però sottolinea anche come «questa sia una condizione che riguarda tutti i gestori degli immigrati in provincia». Inoltre, evidenzia, «il prefetto Zappalorto, che conosce bene la situazione, si è speso in prima persona presso le strutture e gli uffici competenti affinché la situazione di Udine possa trovare una soluzione positiva». L'auspicio, conclude il direttore Di Lenardo «è che si possa arrivare a pagamenti regolari mese per mese».

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Il Gazzettino