Alla Cini arrivano i dispositivi anti radon

Alla Cini arrivano i dispositivi anti radon
MONSELICE Non è finita l'emergenza radon alla scuola primaria Giorgio...

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MONSELICE

Non è finita l'emergenza radon alla scuola primaria Giorgio Cini. Alcuni locali sono ancora chiusi per l'alta concentrazione rilevata del pericoloso gas naturale, prodotto dalle rocce vulcaniche del Monte Ricco. Tra questi lo spogliatoio della palestra, l'aula musica e la sala insegnanti. Un bel disagio non solo per la quotidianità scolastica, ma anche per le attività pomeridiane organizzate nella stessa scuola, come i corsi sportivi per bambini gestiti dalle associazioni del territorio. Alcuni di questi hanno dovuto essere spostati in altre palestre, come ad esempio nella tensostruttura del liceo Cattaneo di via Matteotti. Il Comune spera però di aver individuato la soluzione definitiva. Nei giorni scorsi Palazzo Tortorini ha infatti affidato i lavori di installazione e messa in funzione di tre estrattori, ovvero dispositivi in grado di favorire il ricambio dell'aria nella parte dell'edificio scolastico interessata dal fenomeno. L'obiettivo è quello di far rientrare i parametri del radon sotto la soglia di 500 Bq/m³. Per accertarsene, verranno disposti controlli quotidiani da parte dell'Arpav. Solo quando i valori saranno buoni, e ci sarà di conseguenza il benestare dell'azienda sanitaria Ulss6, saranno finalmente riaperte tutte le aule. L'intervento tecnico di messa in funzione degli estrattori, che è stato spiegato dal sindaco Francesco Lunghi nel corso dell'ultimo incontro della commissione cementeria, costerà alle casse comunali 2.700 euro. Una cifra tutto sommato contenuta se riuscirà a risolvere una volta per tutte il problema, che nella città della Rocca ha causato polemiche feroci soprattutto in relazione al ritardo nella comunicazione alle famiglie. La questione però potrebbe non essere finita qui. Lo stesso primo cittadino, infatti, ha spiegato di avere intenzione di avviare ulteriori controlli per capire se ci sia qualche rischio anche per le abitazioni in zona Monte Ricco. «Abbiamo chiesto all'Arpav come fare e ora attendiamo una risposta. ha spiegato nei giorni scorsi il sindaco Lunghi - È bene sottolineare che non si deve però fare allarmismo. Il problema del radon c'è sempre stato. Il nostro obiettivo ora è fare in modo di rientrare in area a basso rischio». Come? Ad esempio adottando tutte le misure idonee a evitare una sovraesposizione al gas cancerogeno. Il consiglio per le famiglie residenti a ridosso del Monte Ricco resta intanto quello di areare il più possibile le proprie case, compresi eventuali garage e taverne, dove potrebbero esservi maggiori concentrazioni di gas radon.

Ca.B.
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Il Gazzettino