Alitalia, la Lega: no alla svendita

Alitalia, la Lega: no alla svendita
SALVATAGGIROMA Causa l'emergenza coronarivus, la Lega chiede di mettere in stand by la vendita di Alitalia, di cui il commissario Giuseppe Leogrande ha appena pubblicato il bando...

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SALVATAGGI
ROMA Causa l'emergenza coronarivus, la Lega chiede di mettere in stand by la vendita di Alitalia, di cui il commissario Giuseppe Leogrande ha appena pubblicato il bando che, a una prima analisi da parte dei pretendenti, presenta sostanziali palesi incongruenze. «Il ministro Patuanelli deve rinviare l'apertura del bando per le manifestazioni di interesse per l'acquisizione di Alitalia - hanno dichiarato il senatore William De Vecchis, vice presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama e il deputato della Lega Claudio Durigon, ex sottosegretario al Lavoro -, in un momento di estrema emergenza per il Paese, sarebbe folle mettere sul mercato la nostra compagnia di bandiera. Chiediamo con forza al ministro che il bando sia differito di almeno due mesi in modo che le manifestazioni di interesse siano presentate in un clima di maggiore serenità dei mercati, una volta che, auspicabilmente, questa grave congiuntura economica del Paese sia stata superata, almeno nella sua fase di picco emergenziale. Il rischio concreto è che, se si lasciasse l'apertura del bando» - le manifestazioni di interesse sono attese per il 18 -, «si verificherebbe una svendita di Alitalia. Inoltre, siamo contrari, così come manifestato dalle parti sindacali, all'ipotesi di vendita spezzatino, una formula che oltre a mettere in pericolo migliaia di posti di lavoro ne disperderebbe il know how».

Ma al di là dello stop della Lega difronte a una situazione socio-economica-sanitaria surreale, i consulenti legali e finanziari dei vari potenziali pretendenti che hanno esaminato il bando, avrebbero riscontrato alcune anomalie che potrebbero creare disorientamento.
Innanzitutto fra il testo in inglese e quello in italiano ci sarebbero discrepanze, laddove nella versione in lingua estera si fa riferimento a una Alitalia in turnaround, mentre questo status non compare nella nostra traduzione nella nostra lingua. E siccome tutti i papabili a scendere in campo con una offerta non vincolante entro due settimane, sullo spezzatino dei tre asset (aviation, manutenzione, handling) o sul lotto unico, sono soggetti internazionali di lingua inglese, la difformità sta suscitando riserve sull'esatta condizione proposta dal commissario.
LE INCONGRUENZE
Ma non è finita qui perchè l'oggetto della procedura - si legge a pagina 2 del bando di gara - «è il trasferimento delle attività aziendali delle società in amministrazione straordinaria (Alitalia Sai, Alitalia Cityliner, ndr) come oggetto di efficientamento e riorganizzazione in ragione del Piano». Quindi Leogrande e il dg Giancarlo Zeni stanno elaborando un Piano di riassetto dei perimetri in vendita che, però, allo stato non è noto. Pertanto viene richiesta una manifestazione di interesse al buio su attività non meglio descritte e quando sarà alzato il velo sul nuovo business plan, si potrebbe presentare un quadro diverso e più o meno attraente.

Non è specificato quando il piano industriale sarà presentato, potrà avvenire in corso di procedura che dovrebbe registrare il closing entro il 31 maggio, quando scadrà il mandato di Leogrande. Ma la mancanza di visibilità sui contorni degli asset messi in vendita attraverso questo processo fa allungare i tempi di un percorso che, a ridosso del traguardo, potrebbe non registrare più concorrenti perchè il business plan viene ritenuto inadeguato. Insomma secondo un noto consulente «il dossier è contraddittorio».
r. dim.
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Il Gazzettino