Alessandro Orsini Il lancio dei missili contro la Siria, anziché scatenare

Alessandro Orsini Il lancio dei missili contro la Siria, anziché scatenare
Alessandro Orsini Il lancio dei missili contro la Siria, anziché scatenare la controffensiva di Putin, potrebbe favorire il...

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Alessandro Orsini


Il lancio dei missili contro la Siria, anziché scatenare la controffensiva di Putin, potrebbe favorire il dialogo tra le grandi potenze. L'ipotesi prende piede con il passare delle ore. Dopo sette anni di guerra, Putin e Trump stanno prendendo atto che nessuno dei due può vincere la guerra. Gli Stati Uniti non possono eliminare la presenza russa dalla Siria e la Russia non può eliminare quella americana. Sembra tutto molto razionale: siccome nessuno può vincere, tutti hanno un interesse a sedersi intorno a un tavolo. Peccato che la realtà sia molto più complessa. La guerra in Siria rappresenta, infatti, una delle forme più pure di impazzimento della politica internazionale, per tre ragioni fondamentali.
La prima è che la guerra non dipende soltanto da Putin e Trump, ma da undici attori politici. I blocchi sono due. Il primo è composto da Russia, Iran e milizie sciite di Hezbollah; il secondo da Stati Uniti, Turchia, Israele, Qatar, Arabia Saudita, Francia, Gran Bretagna e milizie curde. Ognuno di questi attori ha obiettivi diversi e questo rende molto difficile il raggiungimento di un accordo.
Una volta chiarita la prima ragione dell'impazzimento internazionale, veniamo alla seconda, che riguarda Putin. Che cosa vorrebbe il presidente russo per fare uno sforzo in favore della pace? Vorrebbe ricondurre la Siria alla condizione iniziale, che era quella di un Paese stabile e unito sotto il dominio della Russia.
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Il Gazzettino