Venezia non cessa di stupire neppure un giorno. Questa volta non si parla di degrado, né di abusivismo, né di furti o rapine. Parliamo di bravate e bullismo su cui si cimentano...
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«È accaduto alle 20.30 circa - racconta il figlio Jacopo - avevo aperto la porta di casa per far entrare mia madre con la spesa. Ci siamo messi a parlare e quattro persone, due uomini e due donne di cui una con un bambino - sono entrate e hanno cominciato a salire le scale. Ho chiesto loro di scendere perché era una casa privata e loro niente. Mi sono messo in mezzo e quell'energumeno mi ha affrontato mentre una delle due donne filmava con l'iPad tutta la scena e riprendeva anche il bimbo che piangeva. Ad un certo punto quello grosso ha strappato il corrimano delle scale per colpirmi. L'intervento di un vicino, uscito con un legno dopo aver sentito le grida è stato provvidenziale. Siamo riusciti a respingerli, ma sono rimasti in campo per molto tempo».
Giovanni Giusto, chiamato dalla moglie, è arrivato quando ormai il peggio era passato, ma ha fatto comunque in tempo ad avere un contrasto con il tipo più grosso.
I carabinieri, arrivati quando tutto era finito a causa di un intervento in contemporanea, hanno raccolto le deposizioni degli aggrediti.
«La polizia non ci aveva neanche risposto - attacca Giovanni Giusto e i carabinieri sono arrivati dopo un'ora. Non ce l'ho con loro ma con chi non fornisce loro uomini e mezzi per sorvegliare una città con 25 milioni di turisti, 60mila abitanti e un numero imprecisato di stranieri non tutti in regola. Ora basta. Sto organizzando delle ronde - conclude - per presidiare la città di notte e segnalare eventuali fatti alle forze dell'ordine. Ormai non è più sicuro girare per la città e a volte neppure sulle scale di casa propria. Diventiamo noi cittadini i guardiani delle nostre vite e se ce ne sarà bisogno faremo anche qualcosa di più eclatante».
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Il Gazzettino