Affitti turistici, guerra aperta in Consiglio

Affitti turistici, guerra aperta in Consiglio
COMUNEVENEZIA Oggi il Consiglio comunale inizierà la discussione del nuovo Regolamento edilizio, ma quella che si preannuncia una battaglia epocale sarà combattuta quasi...

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COMUNE
VENEZIA Oggi il Consiglio comunale inizierà la discussione del nuovo Regolamento edilizio, ma quella che si preannuncia una battaglia epocale sarà combattuta quasi esclusivamente su due articoli, entrambi legati alla regolamentazione delle locazioni turistiche. Sono infatti ben 423 tra emendamenti e subemendamenti, le proposte di modifica del testo, avanzate per lo più dal Movimento 5 Stelle, dal Pd e dalla Lista Casson. Ma ce ne sono anche di presentati dalla maggioranza, come la Lista Boraso e la Lista Casson. Una mole immensa di documenti da leggere e votare, cui si aggiungerà una nutrita rappresentanza di coloro che affittano una o più case a turisti, che pare si siano attrezzati per una protesta educata ma sicuramente visibile e di sostanza.

QUALCHE NUMERO
Si tratta, come si può vedere dalla tabella, di un fenomeno esteso e che non ha risparmiato nessuna zona della città storica: 20mila 533 i posti letto censiti dal Comune il 10 dicembre, cui si aggiungono i 1.601 delle isole. Un numero immenso, una capacità teorica sufficiente di far dormire il 40% della popolazione residente. Il sintomo di un fenomeno ormai fuori controllo. Tra i 5mila 372 appartamenti censiti dal Comune che svolgono locazione turistica (ma il dato reale può essere più grande) ci sono certamente alloggi di veneziani, che affittano la casa ereditata dai nonni per arrotondare oppure che hanno investito in uno o più appartamenti per svolgere questa come attività esclusiva. Tuttavia, numeri così grandi evidenziano il fatto che in questo settore senza regole si sono buttati anche titolari di seconde case residenti in altre città e investitori pronti a sfruttare l'opportunità senza pari di fare il tutto esaurito che per 10 mesi all'anno offre una come Venezia. Il Comune, con l'obbligo di realizzare la fossa settica per chi ristruttura l'appartamento a fini turistici, intende combattere proprio la fattispecie più speculativa. Con un altro articolo, che parla di limitazioni nel numero di alloggi nello stesso stabile per uno stesso proprietario od operatore, vorrebbe colpire chi gestisce anche centinaia di appartamenti per volta fornendo pulizia e check-in, per conto di proprietari che non vogliono o possono sporcarsi le mani dedicandosi all'accoglienza.
IL PARERE
Nel pomeriggio di ieri, però, è arrivato un parere dell'Avvocatura civica (chiesto dalle consigliere Elena La Rocca, M5S, e Giorgia Pea, Lista Brugnaro) che pone dubbi abbastanza consistenti su quest'ultimo aspetto. Mentre per le fosse settiche è abbastanza pacifica la possibilità del Comune di intervenire, limitare la possibilità secondo la proprietà o la gestione di più immobili.
I limiti posti - scrive l'avvocato Antonio Iannotta - risultano qualificabili come limiti soggettivi, il cui inserimento in un Regolamento edilizio non è facile da sostenere in punto di legittimità. Peraltro, i limiti posti non solo non si rinvengono nella normativa regionale in materia di turismo, ma altresì sembrano incidere sulla libertà negoziale, dunque in materia di competenza evidentemente statale.
Un parere del genere pone un problema abbastanza serio sull'articolo, tanto che suggerisce di riscriverlo con altri termini.

Tuttavia, nel parere si fa presente anche che i giudici amministrativi hanno spesso riconosciuto la legittimità con la necessità (stabilita anche per legge) di tutelare la città storica dallo spopolamento dovuto alla proliferazione di attività dedicate al solo turismo. Una tutela che da anni ha rilevanza a livello internazionale, come dimostra anche l'interesse dell'Unesco a proposito negli ultimi anni.
Michele Fullin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino