Aerei storici travolti dal Piave: «Due mesi di lavoro per farli ripartire»

Aerei storici travolti dal Piave: «Due mesi di lavoro per farli ripartire»
NERVESAL'acqua dei momenti più bui è solo un ricordo. Ora negli hangar del campo di volo Johnatan Collection vicino al Piave, a differenza dei primi giorni, si entra...

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NERVESA
L'acqua dei momenti più bui è solo un ricordo. Ora negli hangar del campo di volo Johnatan Collection vicino al Piave, a differenza dei primi giorni, si entra tranquillamente, seppur con un nodo in gola, e l'ambiente è ben più vivibile. Anche perché Giancarlo Zanardo e altri meccanici non hanno perso tempo e si sono immediatamente messi al lavoro. Ma basta guardare alcuni dei gioielli per capire che le ferite inferte dall'attacco del Piave al campo di volo sono davvero ingenti.

I DANNI
Il colpo non è mortale, né tale da mettere in ginocchio un lottatore come il presidente della Jonathan Collection, ma indubbiamente la situazione è pesante, molto pesante. «I danni si aggirano attorno ai 300-400mila euro -dice Zanardo- Un aereo, di proprietà di un privato, è completamente distrutto, ad un altro un'ala è stata compromessa. Molti, a cominciare dal Caproni, presentano danni ingenti. Ma li ripareremo, siamo dei meccanici e non ci facciamo abbattere da così poco». Poi ne parla con il tono familiare di chi conosce le sue creature ad una ad una. E racconta che di un mezzo il motore è finito sott'acqua, un altro si è seduto, l'officina è ko. Eppure Zanardo e i suoi, stivaloni ai piedi e strumenti di lavoro in mano, sono in piena attività, come persone che hanno il volo, e gli aerei, nel sangue. C'è chi sciacqua i mezzi pieni di fango all'interno, chi cerca di capire se, per l'aereo distrutto, la rottamazione sia l'unica soluzione. Per tutti, peraltro, una considerazione. «Questi aerei sono fatti con molto legno e aver preso tutta quell'acqua non fa loro bene». Ma non sono solo i mezzi e l'officina in difficoltà. Anche la strada d'accesso è da sistemare. «Per tutti questi motivi -prosegue Zanardo- per riaprire al pubblico ci vorrà tempo; credo almeno un paio di mesi. Non possiamo certo permettere che la gente arrivi qui in mezzo al fango. E speriamo che dopo la pioggia non sopraggiunga il ghiaccio».
VOLONTARI

Da parte dell'amministrazione, intanto, sembra esserci tutta l'intenzione di dare una mano. Perché la Jonathan Collection non è solo, e non è più, il patrimonio di pochi, ma parte di un percorso sovracomunale che in tanti hanno contribuito a far crescere. E che non basta una piena a distruggere. Come non basta una piena a distruggere l'impegno della Protezione civile di Montebelluna che, guidata dall'infaticabile Antonio Netto, è al lavoro a Rocca Pietore, nel bellunese. .
Laura Bon
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Il Gazzettino