Adria, scoppia il caso portineria al Csa

Adria, scoppia il caso portineria al Csa
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(G.Fra.) Ennesima giornata di tensione ieri al Csa. Ieri mattina il servizio di portineria risultava scoperto e alcuni familiari hanno avvertito prima i carabinieri e poi il locale Comando di Polizia locale. Sul posto sono intervenuti gli agenti della municipale con il comandante Pierantonio Moretto. Il presidente del Csa Sandra Passadore smorza i toni: «Anche se per problemi di malattia del personale in servizio il posto alla guardiola era scoperto, già accaduto altre volte e anche negli anni scorsi, le misure di sicurezza previste c'erano tutte. Gli autosufficienti, ricordo, possono uscire dal centro quando vogliono. Nel caso in cui si impedisse loro di uscire potrebbe configurarsi la fattispecie di sequestro di persona. Nel caso dei non autosufficienti, come il controllo degli auto, la sorveglianza è affidata in primis al personale dei reparti. Esistono poi le telecamere di sicurezza. Per aprire la porta inoltre è necessario essere in possesso di un codice». Per Passadore è l'ennesima strumentalizzazione.

«Per difendere il buon nome del centro, durante il prossimo consiglio di amministrazione chiederò il via libera per presentare un esposto in Procura contro coloro che continuano a inventarsi situazioni che non esistono, solo per tornaconto personale. Io devo tutelare soprattutto il buon nome del Csa. Si continua a creare cattiva fama attorno al centro. Questo non posso permetterlo a nessuno». In Csa anche alcuni consiglieri comunali sia di maggioranza che di minoranza. «Alcuni ospiti stavano per uscire scalzi - commenta Luca Azzano Cantarutti (Indipendenza Noi Veneto) - Non ci fossero stati i familiari a fermarli, sarebbero usciti. Il telecomando era nelle mani di un ospite non del tutto lucido e il sistema di videosorveglianza era spento».
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Il Gazzettino