Ario Gervasutti Tra le molte sciocchezze che vengono dette in ogni campagna elettorale, ce n'è stata una più macroscopica...
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Tra le molte sciocchezze che vengono dette in ogni campagna elettorale, ce n'è stata una più macroscopica delle altre nei giorni che hanno preceduto il referendum: «È un voto inutile, perché non cambierà nulla». Niente di più falso. Se c'è un voto che - a prescindere dal risultato - è destinato a cambiare profondamente gli scenari, è proprio quello di ieri sull'autonomia del Veneto e della Lombardia. Li avrebbe cambiati anche se non fosse stato raggiunto il quorum, perché in quel caso si sarebbe messa una pietra tombale su qualsiasi ipotesi di riforma di una struttura centralista che ormai non è più in grado di rispondere alle esigenze amministrative di territori con necessità e obiettivi abissalmente diversi tra loro. Adesso, con il voto popolare, gli alibi sono finiti per tutti.
Sono finiti per il governo e per coloro che sostenevano l'inutilità di questo referendum - senza peraltro rendersi conto della pesante offesa alla democrazia nel definire inutile l'opinione del popolo - dal momento che sarebbe stata sufficiente una letterina a Gentiloni per ottenere in un paio di giorni ciò che è previsto dalla Costituzione. Se fosse vero, immaginiamo quindi che di fronte al voto di alcuni milioni di persone non saranno necessari un paio di giorni ma basteranno un paio d'ore.
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Il Gazzettino