Adesso è l'Egitto a puntare l'indice contro i «sabotatori» delle relazioni con l'Italia. In perfetta sincronia il portavoce del ministero degli Esteri egiziano, Ahmed Abu...
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Un dialogo che continua. Nella stessa direzione va l'autorizzazione dell'Egitto al rientro della salma oggi a Roma, e il via libera all'arrivo ieri pomeriggio al Cairo del team di investigatori con i carabinieri e i funzionari dell'Interpol. Gentiloni, a sua volta, dall'Olanda ricorda «l'impegno preso del presidente Al Sisi e dal ministro degli Esteri Shoukry». Aggiunge che «una cosa per noi è molto chiara: è stato preso un impegno a collaborare per l'accertamento della verità e noi confidiamo e garantiremo che questo impegno venga rispettato». Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, spera che «l'alleanza con l'Egitto aiuti la verità». E Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Esteri del Senato, chiede «chiarezza a 360 gradi», perché con tutta la comprensione per «un paese martoriato dalla minaccia terroristica come l'Egitto, non possiamo però accettare la manipolazione della verità».
Sullo sfondo è inevitabile che vi sia un interesse nazionale per ottimi rapporti con un regime, quello di Al Sisi, che rappresenta un baluardo contro il terrorismo jihadista e contro l'estremismo islamista della Fratellanza musulmana. Decisivo è poi l'Egitto per il via libera al governo di unità nazionale in Libia, precondizione di qualsiasi intervento di stabilizzazione a guida italiana. Senza contare le fitte e imponenti relazioni commerciali. Lo scorso settembre, l'Eni ha annunciato la scoperta in Egitto del più grande giacimento di gas rinvenuto nel Mediterraneo. L'Italia è il primo partner commerciale in Europa e il terzo Paese fornitore dopo Cina e Stati Uniti. E mentre coi Fratelli musulmani Banca Intesa aveva rischiato di vedere nazionalizzata la controllata Banca Alexandria, il nuovo governo ha varato un piano di privatizzazioni, di rilancio di Suez, di turismo a El Alamein e di sfruttamento delle miniere a sud.
Oltre 100 imprese italiane lavorano in Egitto. È interesse di Roma e del Cairo non rovinare i rapporti bilaterali.
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Il Gazzettino