Addio al "patron" dei grandi magazzini

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Nel ‘70 infatti lascia il suo impiego di capocantina alla Cantina sociale Colli del Soligo per sostenere la moglie Lidia nella fondazione della sua attività commerciale. Si dedica a crescere gli 8 figli sostituendo anche la compagna nelle attività quotidiane e aiutandola nello sviluppo del negozio e nell'apertura dei successivi. «È stato un papà giusto e affettuoso -ricordano i figli- quando eravamo piccoli oltre alla mamma, cucinava anche lui per noi e spesso ci portava in vacanza per non farci mancare nulla». Per un breve periodo si impegna in politica come consigliere comunale. In gioventù frequenta la scuola Balbi Vallier che radica in lui la grande passione per la storia e l'attualità, coltivata poi per tutta la vita con letture e amicizie colte e profonde come quella con Sua Eccellenza Monsignor Silvio Padoin, vescovo emerito di Pozzuoli. «Sul suo comodino non mancavano mai -testimoniano i nipoti- libri storici o addirittura i classici latini». La dimensione più intima con la sua famiglia, Severino l'ha raggiunta dopo la malattia che lo ha colpito circa 18 anni fa costringendolo a lasciare il lavoro e a rifugiarsi in una vita più tranquilla con il sostegno della moglie Lidia sempre al suo fianco.

«L'eredità che ci lascia -concludono i figli- è data dal suo esempio costruito ogni giorno con gesti concreti. Ci lascia l'immenso rispetto che ha sempre dimostrato nei confronti della mamma, l'onestà con cui si è sempre comportato con il prossimo e la rettitudine di tutta la sua vita. La grande fede che lo ha sostenuto anche negli ultimi istanti e l'amore che ha sempre dimostrato a tutta la famiglia per la quale ha speso la sua vita». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino