Accoglienza, il manuale del don

Accoglienza, il manuale del don
SACILE È stato un invito forte, accolto da un applauso, quello che don Julius Mgonglwa, originario della Tanzania e collaboratore nella Parrocchia di Nave di Fontanafredda, ha...

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SACILE
È stato un invito forte, accolto da un applauso, quello che don Julius Mgonglwa, originario della Tanzania e collaboratore nella Parrocchia di Nave di Fontanafredda, ha rivolto ai fedeli, sacilesi e stranieri residenti in città e nelle località della forania (albanesi, rumeni, Burkina Faso, tanzaniani, kenioti), presenti alla messa dei popoli organizzata dalla Parrocchia di San Nicola vescovo e dalla Caritas foraniale di Sacile: «Guardate con quanto amore Gesù accoglieva le tante persone anche straniere che gli si rivolgevano per chiedere aiuto». Questo il sentimento che hanno condiviso italiani e stranieri durante la messa celebrata in duomo, resa ancora più suggestiva dalle preghiere in italiano e altre lingue, e dal canto di Clotilde del Burkina Faso. Agli stranieri don Julius ha rassicurato che «l'Italia è un Paese che accoglie, però non dobbiamo abusare di questa accoglienza, ma dobbiamo ricambiare questa generosità, seguendo quanto Gesù ci ha indicato». Ai sacilesi ha rivolto il pressante invito perché non si stanchino di accogliere, assieme anche ad un'altra raccomandazione: «Sforzatevi di conoscere i nostri costumi, le nostre abitudini, di capire quelli che sono i bisogni di chi deve lasciare i propri Paesi, i propri affetti». Quindi ha invitato gli amici stranieri «a ricambiare questa accoglienza dimostrando rispetto per le idee di chi vi ha accolto, riconoscenza verso chi vi è venuto incontro, ha aperto il proprio cuore, vi ha dato aiuto». Don Julius ha anche dato qualche utile consiglio pratico, agli stranieri per facilitare l'integrazione: «Se vi hanno affittato una abitazione, cercate di averne cura, di tenerla bene, collaborate con il proprietario, dimostrate riconoscenza verso chi vi ha aiutato. Se da un lato vogliamo che chi ci accolga lo faccia con amore - ha aggiunto -, dall'altro dobbiamo ricambiare questo gesto di amore con riconoscenza. Solo così l'accoglienza e l'essere accolti saranno un segno di amore reciproco e non una scelta pesante né per chi accoglie, né per chi è accolto». Suggestivo al momento del Vangelo, l'intrecciarsi dei canti in italiano e straniero, così come lo scambio del segno della pace e della condivisione tra italiani e stranieri. L'incontro è proseguito poi a Palazzo Carli con un momento di festa e con il pranzo al quale erano presenti anche musulmani di altri Paesi quali Marocco, Tunisia ed Egitto, il responsabile della Caritas foraniale Danilo Pavan, diversi volontari, la vice presidente del Consiglio pastorale Katia Scandolo. Sui tavoli imbanditi c'erano le pietanze tipiche dei Paesi di provenienza degli stranieri presenti, assieme ai piatti offerti dalle Suore di carità.

Michelangelo Scarabellotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino