Acc-Embraco: alleanza per battere i cinesi

Acc-Embraco: alleanza per battere i cinesi
L'ALLEANZAVENEZIA Da due crisi può partire un rilancio concreto che farà concorrenza ai prodotti cinesi e giapponesi. La...

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L'ALLEANZA
VENEZIA Da due crisi può partire un rilancio concreto che farà concorrenza ai prodotti cinesi e giapponesi.

La bellunese Acc s'allea con ex Embraco di Riva di Chieri e crea il terzo polo europeo di compressori per l'industria del freddo. Il nuovo gruppo si chiamerà Italcomp, produrrà sei milioni di pezzi all'anno e permetterà di salvare 700 posti di lavoro, 300 circa in Veneto. Il piano del Ministero dello Sviluppo, che prevede un investimento di 50 milioni di euro tra pubblico e privato, è stato presentato ieri in prefettura a Torino dalla sottosegretaria Alessandra Todde. Lo stabilimento di Riva di Chieri avrà il ruolo di centro di eccellenza per la produzione di motori. La fabbrica di Mel nel Comune di Borgo Valbelluna si occuperà dell'assemblaggio dei compressori, di amministrazione, progettazione e dello sviluppo delle tecnologie, ma anche della commercializzazione. La stima è di arrivare a un fatturato di oltre 150 milioni di euro nel 2025. A Riva di Chieri la nuova linea di produzione sarà installata nel 2022, ai lavoratori sarà garantita nel frattempo la cassa integrazione e uno scivolo per chi vorrà lasciare. La compagine azionaria della nuova società che avrà il compito di realizzare il polo Embraco-Acc - ha spiegato Todde - sarà a maggioranza privata. Ne faranno parte il Mise e Invitalia, che è il soggetto attuatore del fondo, e un pool di investitori. Anche le Regioni Piemonte e Veneto potranno entrare nella società. La prossima settimana ci sarà un incontro a Belluno per illustrare il progetto, nella prima settimana di ottobre il tavolo congiunto. Per il rilancio di Ex Embraco e Acc lo Stato potrà contribuire al massimo con 10 milioni.
TAVOLO CONGIUNTO
«Contro il duopolio cinese e giapponese che monopolizzano oltre il 60% del mercato, nasce un campione europeo del compressore per servire al meglio i grandi costruttori del freddo, Bosch, Electrolux, Liebherr e Whirpool», ha detto Maurizio Castro amministratore straordinario della Acc e grande regista del rilancio dopo l'addio dei cinesi di Wanbao: «Questo è uno dei meriti, se così si può dire della pandemia che ha bruscamente ricondotto i grandi operatori del freddo alla considerazione del rischio di avere tutta la fornitura allocata nel Far East e quindi si sono orientati a ricostituire piattaforme europee».
«Oggi è una buona giornata - commenta il presidente del Piemonte, Alberto Cirio - sono state poste le basi perché l'Embraco diventi un esempio di quello che deve accadere in un Paese normale». Per la sindaca di Torino, Chiara Appendino, «il fatto che il governo entri in questo percorso è una garanzia per i lavoratori e dà maggiore fiducia e credibilità al progetto. I sindacati hanno ben rappresentato i lavoratori in un momento molto difficile, hanno dimostrato grande responsabilità». «Finalmente si parla di politiche industriali e di investimenti pubblici e privati. Sono anni che i lavoratori aspettano un vero progetto di reindustrializzazione», commentano Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom, Ugo Bolognesi della Fiom Torino, e Stefano Bona, segretario generale Fiom Belluno. «É un progetto ambizioso - osserva Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm - e attesta uno sforzo autentico da parte del Governo, ma richiede un piano industriale molto solido e investimenti cospicui».

Ora la Acc dovrà, mediante gara internazionale, cedere i suoi asset alla newco che nel frattempo sarà stata costituita con la partecipazione di riferimento di Invitalia. Nel 2025 la quota pubblica dovrà essere sostituita da quella privata.
Maurizio Crema
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino