Abusi sessuali sulla figlia della vicina condannati moglie e marito dello Sri Lanka

Abusi sessuali sulla figlia della vicina condannati moglie e marito dello Sri Lanka
IL PROCESSOTREVISO Cinque anni di reclusione a lui per violenza sessuale su una ragazza minorenne, 4 mesi invece a lei - pena sospesa - per favoreggiamento. Sono queste le...

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IL PROCESSO
TREVISO Cinque anni di reclusione a lui per violenza sessuale su una ragazza minorenne, 4 mesi invece a lei - pena sospesa - per favoreggiamento. Sono queste le condanne inflitte ieri mattina a Treviso nei confronti di una coppia di coniugi cingalesi, protagonisti di una squallida vicenda di abusi sessuali su una bambina moldava che al tempo dei fatti, accaduti nel 2011 a Treviso, aveva solo 11 anni. «Mi ha fatto vedere un film porno costringendomi a toccarlo nelle parti intime mentre stavamo seduti sul divano». Questa l'accusa della ragazzina nei confronti dell'uomo, 50enne come la moglie, contenuta nel racconto di quella tremenda esperienza che la giovanissima ha trovato il coraggio di raccontare alla madre 5 anni dopo i fatti. Sconvolta, la donna ha presentato la denuncia che ha portato prima alle indagini e poi al processo conclusosi ieri. La vittima viveva in un condominio con la mamma e il compagno della donna e sarebbe stata affidata alla coppia di vicini dello Sri Lanka per una settimana nell'ottobre del 2011, mentre veniva completato il trasloco della famiglia. «Ho chiesto un favore per non far perdere alla bimba dei giorni di scuola - ha detto la donna - e loro invece hanno abusato di mia figlia». Difesi dall'avvocato Giovanni Autiero del Foro di Treviso i due cingalesi hanno negato tutto. «Non conosciamo quella donna e non sappiamo chi sia la bambina» ha sostenuto la moglie davanti agli inquirenti. Ma non è stata creduta ed è finita alla sbarra per favoreggiamento. «Non avevamo la tv al tempo dei fatti, né videoregistratori o altri apparecchi per riprodurre video» è stata la difesa dell'uomo, che ha respinto tutte le accuse a suo carico. Ma le dichiarazioni della vittima sono ritenute credibili dai giudici. Il 50enne è stato anche condannato ad un risarcimento di 25 mila euro nei confronti della ragazza, la cui madre si era costituita parte civile.

De.Bar
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Il Gazzettino