«Abbiamo vinto la sfida. Quella ferita rimarrà solo nelle immagini d'archivio»

«Abbiamo vinto la sfida. Quella ferita rimarrà solo nelle immagini d'archivio»
L'INTERVISTA PADOVA Dire che fosse contento è riduttivo. E per assaporare fino in fondo la gioia di vedere il bronx scomparire per sempre aveva dato disposizioni affinché la...

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L'INTERVISTA
PADOVA Dire che fosse contento è riduttivo. E per assaporare fino in fondo la gioia di vedere il bronx scomparire per sempre aveva dato disposizioni affinché la ruspa iniziasse la demolizione prima dell'orario previsto. E quando è arrivato, e ha visto l'edificio al civico 13 con una parte del tetto già sgretolato, non è riuscito a trattenere l'emozione. Andrea Micalizzi, infatti, ha vissuto ieri da vicesindaco la fine di un incubo di cui aveva iniziato a occuparsi nel 2002, da consigliere del quartiere San Lazzaro.

Assessore, l'obiettivo di eliminare il degrado è stato raggiunto.
«Sì, e siamo contentissimi. In questi tre anni abbiamo lavorato con grande determinazione per raggiungerlo e determinante è stata l'acquisizione dei 200 appartamenti da altrettanti diversi proprietari, che ci ha permesso di dare il via all'abbattimento dell'ex complesso Serenissima, rispettando gli impegni presi con i cittadini. E adesso parte progetto che darà un futuro nuovo a questa zona. Ma non è stato facile arrivare al traguardo».
Qual è stato l'ostacolo più grosso?
«Sicuramente l'amianto, la cui eliminazione ha imposto un lavoro più lungo e un esborso ulteriore di 500 mila euro, non previsto inizialmente. Che si sono aggiunti agli altri costi, perché per acquisire gli alloggi abbiamo speso 5 milioni e per le demolizioni altri 800 mila. Invece, durante il lockdown non abbiamo perso tempo e la quarantena è servita per completare tutte le procedure burocratiche».
Lei in più occasioni aveva definito il sito una ferita aperta.
«Sì, che ora finalmente si rimargina. Quella odierna è un giornata storica e da adesso in poi si costruisce il futuro del quadrante est, all'insegna della rigenerazione urbana. In via Anelli stiamo dando l'esempio di un'Italia che funziona e di una Politica con P maiuscola che si assume responsabilità e mantiene le promesse. Questo è stato un sito simbolo dello scempio urbanistico, ma ora che abbiamo vinto la sfida da qui si inizierà a disegnare il nuovo volto di Padova. Un esempio sbagliato, quindi, diventerà un modello positivo».
Su quali presupposti?
«La questura porterà nuove funzioni importanti, così come l'ospedale che verrà realizzato a San Lazzaro. Davanti non abbiamo solo una ruspa che demolisce, ma l'avvio di un cantiere che traghetterà a una radicale rigenerazione urbana, che non significa modificare un edificio, ma far arrivare nuovi interessi che daranno una significativa spinta economica e sociale. Non dimentichiamo che la città migliora se cresce in centro e contemporaneamente nelle periferie, dove non devono più verificarsi, come invece è accaduto qui, situazioni di marginalità, insicurezza e abbandono».
Qual è la lezione che lascia il bronx?

«Per anni via Anelli ha tenuto sotto scacco Padova e alla fine è stato Flavio Zanonato il primo protagonista dell'operazione di riqualificazione che stiamo vedendo oggi, e per ultimarla è stato poi determinante Sergio Giordani. Anche grazie a loro il complesso Serenissima in futuro lo vedremo soltanto nelle foto d'archivio. Il quadrante est sarà uno dei motori propulsivi di Padova, che favorirà la ripartenza dell'economia. La gente desidererà venire a vivere qui, lavorare e mandare i bambini a scuola. Sarà una sorta di fase 2 che mette fine a un passato da cancellare».
Ni.Co.
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Il Gazzettino