A Trieste un rettore friulano «Collaboreremo con Udine»

A Trieste un rettore friulano «Collaboreremo con Udine»
UNIVERSITÀUDINE Un friulano alla guida dell'ateneo di Trieste. Il nuovo rettore è infatti Roberto Di Lenarda, che ieri ha vinto il ballottaggio con Donata Vianelli superando i...

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UNIVERSITÀ
UDINE Un friulano alla guida dell'ateneo di Trieste. Il nuovo rettore è infatti Roberto Di Lenarda, che ieri ha vinto il ballottaggio con Donata Vianelli superando i 400 consensi: entrerà in carica il primo agosto. Figlio di Franca Gervasi, di Nimis, e di Benigno Di Lenarda, di Sedegliano, per vent'anni ha vissuto ad Aviano, dove il papà era medico condotto. Poi, è diventato triestino d'adozione. E ora, da rettore neoeletto, tende la mano a Udine e all'altrettanto neorettore Roberto Pinton («Giovedì gli ho mandato le congratulazioni e lui ha ricambiato»). «Se collaboreremo? Certamente, non si può che andare in quella direzione. Da direttore del dipartimento di medicina, con il mio omologo Brusaferro abbiamo lavorato molto insieme, con lauree interateneo e una politica intelligente. C'è da guadagnarci tutti. L'importante è il rispetto reciproco. Siamo 1,2 milioni: non possiamo pensare di vivere se non collaboriamo e non abbiamo una visione di sistema. Non vuol dire prendere mazzate in testa, ma collaborare seriamente», dice Di Lenarda. Nessun timore di farsi cannibalizzare da Udine? «Sono molto sereno. Se i presupposti che ho detto sono validi e io sono convinto che lo siano, non ho paura di alcuna cannibalizzazione. Sono convinto che con Udine si collaborerà e tutti ci guadagneremo. Credo che così acquisiremo anche credibilità nei confronti delle istituzioni. Ovviamente vigilerò perché Trieste cresca». Nei suoi primi cento giorni che farà? «Intanto vado a cena con mia moglie e mia figlia - diceva ieri sera -. Poi credo che ci siano diverse cose da cambiare a Trieste e sia necessaria una certa discontinuità rispetto all'attuale governance, ma l'intelligenza vuole che si riparta dalle cose positive che abbiamo, come l'accreditamento Anvur che ci ha portato al primo posto in Italia. Certo, bisogna lavorare sulla semplificazione, recuperare il rapporto fra i dipartimenti e la sede centrale, rimettere di nuovo alc entro la persona, dare un forte impulso all'innovazione».

Di Lenarda, però, assicura che non intende lasciare il suo ruolo alla guida del programma di odontoiatria sociale della Regione: «Non mollo. Voglio seguire l'attività con l'aiuto di tutti, anche perché considero l'esperienza da rettore il massimo dell'esperienza che uno possa pensare di avere in ambito universitario. Ma poi tornerò a fare il mio mestiere: voglio mantenere la mia professionalità e continuare a dare quello che posso».
Cdm
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Il Gazzettino