A REGIME VALDOBBIADENE Al quinto piano ci sono i pazienti Covid positivi. E un

A REGIME VALDOBBIADENE Al quinto piano ci sono i pazienti Covid positivi. E un
A REGIMEVALDOBBIADENE Al quinto piano ci sono i pazienti Covid positivi. E un piano più sotto le camere degli operatori reclutati fuori dal Veneto, fino in Campania. L'ex...

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A REGIME
VALDOBBIADENE Al quinto piano ci sono i pazienti Covid positivi. E un piano più sotto le camere degli operatori reclutati fuori dal Veneto, fino in Campania. L'ex Guicciardini di Valdobbiadene ha aperto ieri i battenti come Covid Hospital. Sono stati attivati 30 posti letto collegati al sistema di distribuzione dell'ossigeno. Si può arrivare a 60, ma per ora non è considerato necessario. L'attività è già iniziata. Proprio ieri sono arrivati i primi otto pazienti dall'ospedale di Montebelluna, in particolare dalla Geriatria, che attualmente conta il maggior numero di ricoveri per infezioni da coronavirus (128).

IL RECLUTAMENTO
Ad oggi in corsia ci sono 5 infermieri e 5 operatori. Da lunedì diventeranno 8 e 8. La maggior parte degli infermieri è rientrata in servizio dalla pensione. Altri sono stati messi a disposizione dalla cooperativa Orchidea. Mentre gli operatori sono stati rintracciati in mezza Italia. Alcuni, ad esempio, arrivano da Benevento. Si stabiliranno direttamente all'interno dell'ex Guicciardini. «Arrivando da altre regioni, c'era il problema dell'alloggio spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca così abbiamo deciso di fornirglielo noi. Grazie a questo siamo riusciti a reclutare professionisti che altrimenti non sarebbero mai arrivati». Come mai è stato necessario allargare la ricerca a tutta la Penisola? «In questo periodo gli operatori sono stati tutti assorbiti dalle case di riposo specifica Alberto Coppe, direttore del settore Professioni sanitarie e non abbiamo voluto andare a toccare il personale di strutture già in difficoltà».
ALLESTIMENTO E COSTI

Il nuovo reparto Covid, rimesso in sesto dalla Protezione civile e agli Alpini, in collaborazione con Aldo Lorenzon del dipartimento di prevenzione, sulla carta è un ospedale di comunità. L'impegno economico è lo stesso: 125 euro per paziente al giorno. A regime, insomma, l'azienda sanitaria impegnerà quasi 4mila euro al giorno. Si andrà avanti così fino a quando non sarà finita l'emergenza. In realtà, però, a Valdobbiadene c'è molto di più di un ospedale di comunità. Il primario dell'ex Guicciardini è Paola Paiusco, 61enne specializzata in Geriatria, direttrice dell'unità di Cure palliative. Mentre la coordinatrice è Nadia Cavalli, già coordinatrice del reparto Covid di Castelfranco nella prima ondata del coronavirus. In più, ci sono altri due medici: Bruno Dengo, anestesista di 63 anni, e Quirino Messina, internista 68enne, specializzato in Cardiologia, ex primario a Motta di Livenza, rientrato in servizio dalla pensione. «Si tratta di un ospedale di comunità spinto conferma Benazzi c'è tutto quel che serve, dal primario agli specialisti che seguono le terapie e che, eventualmente, sono anche pronti a intubare. C'è la massima garanzia per i pazienti. E' un messaggio che invio direttamente ai familiari: chi viene spostato dagli altri ospedali a Valdobbiadene non va in un luogo in cui c'è meno assistenza, la qualità è la medesima. L'equipe lo conferma». L'impianto di distribuzione dell'ossigeno è appena stato rivisto. «C'è tutto il necessario per far fronte a qualsiasi imprevisto sottolinea la coordinatrice Cavalli accogliamo pazienti che spesso hanno più patologie. Dobbiamo essere sempre pronti. Anche perché non siamo troppo vicini ad altre strutture».
M.Fav
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino