È stata una farsa. Che però a qualcuno non ha fatto ridere. Per nulla. Una quindicina di processi penali messi a ruolo ieri mattina in una sede decisamente inusuale: il...
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Ora la preoccupazione dovrebbe essere quella di non ricascarci. E il rischio è concreto. Anche il prossimo 7 ottobre, sempre da avvisi affissi in tribunale, si era previsto di impiegare la sala consiliare. E difficile che, se così accadrà, i difensori scelgano una linea di condotta differente. Sarebbe forse ora di capire che la logistica giudiziaria non è affare solo di amministratori comunali, magistrati e avvocati, ma anche di cittadini che se convocati come testimoni, hanno l'obbligo di legge di presentarsi, spostandosi anche di decine di chilometri. Ed è difficile pensare che funzionari esperti di diritto come ce ne sono tanti in Tribunale, non avessero avuto quantomeno il sospetto che andare a fare udienza in Comune, con citazioni in giudizio che indicavano una sede diversa, non potesse dare adito a problemi.
Non è stata una bella figura. Per nessuno. Il problema è che non pare ci siano molte alternative all'impiego della sala consiliare. «Io traslocherei nei nuovi locali (l'ex ufficio del Registro di via Mazzini, ndr) anche domani - spiega la presidente del Tribunale Adalgisa Fraccon - ma il commissario prefettizio mi ha da poco comunicato che allo stato il trasloco non è fattibile».
A monte di tutto, complicazioni nel contratto di affitto che dovrebbe legare il Comune, che ha l'obbligo di farsi carico della logistica giudiziaria, al privato che ha comprato lo stabile di via Mazzini. Tutto pareva fatto, ma a scompaginare le carte ha pensato il cosiddetto decreto Letta, la cui entrata in vigore è stata anticipata dal Governo Renzi. Una norma che impone alle pubbliche amministrazioni di rivedere le affittanze al ribasso per il 15 per cento. Condizione a fronte della quale, però, il privato, secondo le indiscrezioni, si sarebbe tirato indietro.
Ora pare che il problema sia stato superato, grazie a un parere dell'avvocatura comunale: sarebbe possibile evitare il ribasso. «Di tutto questo non so nulla - spiega la presidente - ufficialmente di comunicazioni in questo senso non ce ne sono».
Poche certezze anche sui tempi di trasferimento. «Si potesse avviare il trasloco domani, sarebbe necessario almeno un mese. Ma di sicuro non cominceremo domani».
E la situazione non è rosea neppure per Palazzo Costato, nei cui locali dovrebbe trovare sistemazione il nuovo ufficio dei giudici di pace. «Anche in quel caso è tutto fermo», chiude la presidente.
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Il Gazzettino