(...) che sui barconi arrivano a Lampedusa, o nella coste siciliane, e che poi vengono trasferiti appunto qui seguendo le procedure ufficiali. Ma una volta a Padova, sono i...
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Emblematico è l'ultimo caso, quello di Amin, 30 anni, arrivato dalla Siria alle 2,30 dell'altra notte al collegio "Leopardi" assieme ad altri due connazionali: nessuno dei tre sa una parola di italiano, però lasciando intendere di aspettare con il fiato sospeso quel veicolo, macchina o furgone non importà, che già stamane li accompagnerà a Milano e da lì poi in Germania. Il giovane siriano ha una storia drammatica nel suo recente passato, con i parenti sgozzati e un bambino piccolo rimasto nel Paese d'origine e che non vede l'ora di riabbracciare. «Voglio lavorare subito - racconta in arabo all'interprete - per mandare al più presto i soldi agli amici che devono portarmi mio figlio». Proveniente dalla Sicilia dov'era arrivato dopo una rocambolesca traversata in mare, nel cuore della notte ha fatto una doccia calda e ha indossato abiti puliti, come non accadeva da tempo. Con molta dignità ha ringraziato gli operatori che a colazione gli hanno servito un pasto caldo e offerto una sigaretta. Ma poi per il resto della giornata è rimasto in silenzio con gli occhi fissi a guardare lontano, in attesa dell'arrivo del "tassista".
Un altro testimone, un tunisino che vive in una struttura di accoglienza della periferia ha riferito di avere visto in piena notte alcuni profughi salire su dei pulmini dove c'erano già delle donne: dopo la partenza nessuno è più ritornato indietro. Pare che chi arriva a Padova, comunque, forse in virtù di un passaparola, abbia già i numeri di telefono da contattare per farsi accompagnare in Germania. «Sì conferma - un nordafricano - aspettiamo "la macchina" che ci porta via. Il treno? No, costa troppo». Anche se la tariffa degli "scafisti" su quattro ruote non sarebbe proprio low coast: circa 600 euro a passeggero.
Nicoletta Cozza
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Il Gazzettino