A Cannes arriva la Madonna, Zanasi e la spiritualità

A Cannes arriva la Madonna, Zanasi e la spiritualità
IL FESTIVALCANNESC'è una profuga che appare in un campo all'improvviso. Ma a vederla è solo Lucia, che fa la geometra e sta rivedendo alcune piante catastali di quel terreno,...

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IL FESTIVAL
CANNES
C'è una profuga che appare in un campo all'improvviso. Ma a vederla è solo Lucia, che fa la geometra e sta rivedendo alcune piante catastali di quel terreno, pronto a essere edificato per un importante iniziativa comunale che chiamerà quel complesso Onda. In realtà a Lucia, che ha già i suoi problemi con il suo ex compagno e una figlia adolescente, si mostra la Madonna, che le chiede invece di costruire una chiesa. Lucia va un po' fuori di testa, perché Maria continua a farle visita e la richiesta si fa pressante.

Gioca sempre sui ruoli della commedia il regista modenese Gianni Zanasi, che con Troppa grazia chiude la Quinzaine qui a Cannes, immettendo nel tessuto narrativo spunti di quotidianità, spifferi politici e un senso di sbandamento sociale. Stavolta gioca la carta del fantasy (fin dalla prima sequenza con Lucia bambina), non sempre equilibrato, anche se si ride abbastanza e la trovata, che ha il respiro un po' corto, potrebbe funzionare. D'altronde la Madonna è davvero una presenza, nel senso che è una proiezione del doppio di Lucia, con il quale sta combattendo. Dice Alba Rohrwacher, che con la Madonna viene pure alle mani nel film: «Un'idea folle, spericolata di Zanasi, direi coraggiosa. Mettersi al confronto della Madonna è stato dal mio punto di vista un lavoro complesso, ma d'altronde era una lotta contro me stessa, una voce vissuta dentro».
SPIRITUALITÁ MODERNA
Sulle apparizioni, il regista Zanasi gioca forte: «La prima volta che mi è apparsa Lucia è stato all'improvviso. L'ho vista passeggiare da sola in un centro commerciale. Lucia si gira e vede una ragazza col velo sul capo che le dice: vai dagli uomini. E lei che rispondi: ma vacci tu. Ecco lì è la nata la storia del film. Una storia e un bisogno di spiritualità odierna? Viviamo un presente arrogantemente offensivo, una realtà quotidiana che dà sempre tutte le risposte, avendo esiliato il senso del mistero. Forse è per questo che tutti cercano qualcosa altrove. Io nel film volevo qualcosa di magico, ma non di realismo magico alla sudamericana: non è stato facile nemmeno trovare il look giusto per la Madonna, passando da Mantegna alle All Stars. Anche Alba si sofferma sulla rinata voglia di spiritualità: Viviamo un momento di grande fragilità sociale. L'arte che anticipa tutto, guarda a un qualcosa di intangibile evidentemente. Ci sono tanti film che ultimamente rincorrono questo tema. E forse è anche vero che per risolvere i problemi del nostro Paese ci vorrebbe sul serio un intervento divino.

Adriano De Grandis
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino