A caccia con reti e gabbie: bracconiere denunciato

A caccia con reti e gabbie: bracconiere denunciato
FARRAQuello di catturare uccellini, di specie protette, è un'azione per cui era già finito nei guai tempo fa. Il bracconiere di turno, un anziano di Farra di Soligo, ci è...

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FARRA
Quello di catturare uccellini, di specie protette, è un'azione per cui era già finito nei guai tempo fa. Il bracconiere di turno, un anziano di Farra di Soligo, ci è ricascato: era probabilmente convinto di potersi fare beffe dei controlli, ipotizzando che il coronavirus potesse averli in qualche modo resi meno frequenti in questi giorni. Evidentemente si sbagliava. L'uomo, un pensionato, amava piazzare trappole per catturare volatili: questa volta a finire nella rete dei controlli della polizia provinciale di Treviso è stato proprio lui. Gli agenti ambientali hanno infatti eseguito un'operazione di tutela del patrimonio faunistico del territorio, proprio per evitare che eventuali furbetti potessero agire indisturbati.

IL BLITZ
Il blitz è scattato la settimana scorsa quando gli ispettori della polizia provinciale hanno sorpreso, nella zona di Farra, un bracconiere intento a praticare illegalmente uccellagione, utilizzando reti e trappole specifiche per la cattura dell'avifauna, probabilmente approfittando dell'assenza di altre persone fuori casa che diversamente da lui rispettavano le prescrizioni previste nel noto decreto emesso per limitare la diffusione del Covid-19. Gli agenti hanno sequestrato all'anziano circa una trentina di uccelli, alcuni dei quali appartenenti anche a specie protette dalla Convenzione di Berna.
DOPPI GUAI

Nei suoi confronti è scattata una denuncia all'autorità giudiziaria di Treviso sia per l'attività di bracconaggio che per il mancato rispetto delle disposizioni anti-Covid19 (una sanzione questa che come noto non prevede più un risvolto penale ma uno, molto salato a livello amministrativo, con ammende che vanno dai 400 ai 3mila euro). Il pensionato di Farra, già noto agli ispettori della polizia provinciale, era già stato denunciato in passato per analoghi reati. «Se pur questo sia un periodo difficile -ha spiegato Stefano Marcon, presidente della provincia di Treviso e ci troviamo costantemente impegnati nel gestire l'unità di crisi con i Comuni sull'attivazione dei servizi legati all'applicazione dei decreti sull'emergenza Covid19, i bracconieri devono sapere che non si ferma il controllo del territorio da parte della polizia provinciale, specie nella fase primaverile dove gran parte dell'avifauna si risveglia, per evitare l'attività illegale favorita dal distanziamento sociale e l'obbligo di rimanere in casa». Questo periodo di quiete, visto il rallentare dell'attività umana, è per uccellini e altri animali un vero e proprio toccasana, visto il conseguente diminuire dell'inquinamento.
Nicola Cendron
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Il Gazzettino