È la laguna di Venezia a detenere il titolo di "sito più a rischio in Europa". La nomination è stata ufficializzata ieri nientemeno che dal maestro Placido Domingo, durante la...
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Per la laguna, invece, una menzione speciale extra-elenco, su candidatura di Italia Nostra e della presidente della sua sezione veneziana, Lidia Fersuoch. Che, oltre a sollecitare l'inserimento della città nell'elenco Unesco del patrimonio mondiale a rischio, ha proposto «l'esclusione dalla laguna delle grandi navi da crociera, la sospensione di nuovi progetti di dragaggio dei canali, la cancellazione dei principali progetti portuali commerciali e la ricostruzione delle saline». E, a lungo termine, «la trasformazione della zona industriale dismessa e inquinata di Marghera in parco scientifico tecnologico, e incentivi per attrarre nuovi abitanti e imprese in città».
A darle manforte il musicista Placido Domingo, che è anche presidente di Europa Nostra, secondo cui «la laguna va difesa dagli effetti del riscaldamento globale e della pressione turistica. La laguna è attraversata da navi gigantesche e per queste navi si scavano come autostrade nuovi e profondi canali».
E Silvia Costa, presidente della commissione Cultura dell'Europarlamento, che ha definito grandi navi e turismo di massa «aggressioni inaccettabili». Mentre per John Sell, vicepresidente esecutivo di Europa Nostra, «traffico navale, scavo dei canali, erosione e inquinamento sono minacce reali, non potenziali». A cerimonia terminata, tuttavia, non sono mancati i mugugni tra il pubblico. Andreina Zitelli ha sbottato che sulle grandi navi «l'Europa ha già fatto quanto poteva fare». Altri si sono scagliati contro «la doppiezza di chi ha guidato il Comune negli ultimi 25 anni». E altri ancora hanno lamentato l'assenza di proposte concrete.
Non meno imbarazzanti per gli organizzatori le conclusioni di Philippe Daverio. Che, candidando Venezia a terza capitale dell'Unione Europea, ha posto l'accento sul fatto che «in incontri del genere c'è troppo catastrofismo. E da essi non emerge alcuna idea di futuro».
Vettor Maria Corsetti
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Il Gazzettino