«Non posso sopportarlo. La faccio finita». Così una 40enne,

«Non posso sopportarlo. La faccio finita». Così una 40enne,
«Non posso sopportarlo. La faccio finita». Così una 40enne, madre di due figli, si è tolta la vita impiccandosi nel bagno di casa. Sulla tragedia, che risale all'inizio del...

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«Non posso sopportarlo. La faccio finita». Così una 40enne, madre di due figli, si è tolta la vita impiccandosi nel bagno di casa. Sulla tragedia, che risale all'inizio del 2015, stanno indagando i carabinieri di Castelfranco e la Procura di Treviso. Il movente? Sarebbe stata la vergogna a spingere la donna al suicidio dopo essere caduta in una trappola: sul web erano finite le sue foto senza veli. Per il momento gli inquirenti non hanno ancora formalizzato le accuse a chi ha diffuso le foto in internet, ma potrebbero andare dalla truffa alla tentata estorsione, fino all'istigazione al suicidio.

Affascinata dal web, la donna si è fidata di un "amico virtuale" e gli ha spedito qualche foto in abiti succinti. Poi l'incubo. Le immagini sono finite sui social ed è scoppiata la bufera in famiglia. La donna, divorata dai sensi di colpa, si è uccisa per questo motivo. Depressioni e malesseri non c'entravano affatto. A trovarla impiccata il marito che a quel punto si è confidato con i carabinieri facendo emergere il retroscena delle foto "osé" sul web (in verità era in reggiseno e mutandine), indagine sfociata in questi giorni nell'iscrizione sul registro degli indagati di un 35enne di Napoli.
A innescare la tragedia è stato l'acquisto online di un cellulare. La 40enne, vista un'offerta sul web, ha contattato il venditore e concordato il prezzo: poco più di mille euro. Intanto ha avuto inizio un dialogo virtuale con il venditore che le ha anche spedito una foto: «Sono io». Alla donna è apparsa l'immagine di un uomo bellissimo che però non era il venditore, ma un noto modello spagnolo. In attesa dell'invio del cellulare, i due hanno continuato a chattare. E la mamma ha inviato "al fusto" alcune foto che la ritraevano in reggiseno. Ma tra un mms e l'altro il cellulare acquistato non arrivava mai. La donna intuito il tranello probabilmente ha chiesto spiegazioni. Ed è in quel frangente che, improvvisamente, le sue foto sono state pubblicate in rete. Quando la 40enne le scopre, la vergogna diventa un tarlo che la annienta, a maggior ragione dopo che il marito vi si imbatte. L'uomo le fa una scenata, la 40enne sprofonda in un abisso di sensi di colpa. «Non ce la faccio più», avrebbe confidato, temendo che potesse andare in frantumi un'esistenza felice, allietata dalla nascita di due bambini. Finchè ha preso la drammatica decisione: andare in bagno dove poi il marito la trova impiccata.
Quando arrivano 118, carabinieri e vigili del fuoco è troppo tardi. La mamma non ha lasciato biglietti. L'ipotesi iniziale è di un suicidio causato dal "male di vivere", ma poi emerge il retroscena delle foto. I carabinieri di Castelfranco informano la Procura. Parte l'indagine. Sentendo i testimoni è chiaro che la 40enne si è uccisa per la vergogna, per quelle immagini senza veli sul web. Gli accertamenti portano a scoprire l'acquisto del cellulare pagato e mai ricevuto e gli inquirenti trovano le tracce delle chat tra la mamma suicida e il venditore. L'uomo viene individuato: è di Napoli. Ottenuto un decreto di perquisizione, i carabinieri vanno a fargli visita. Si trovano di fronte un uomo di oltre cento chili che, aiutato dalla compagna, aveva chattato con la mamma suicida. «Fisicamente impresentabile -ha detto un investigatore- nulla a che vedere con la foto inviata alla 40enne, che era di un modello spagnolo».

Nessun dubbio sulla trappola virtuale, ma più difficile individuare il reato commesso. Prima di formalizzare le accuse al 35enne vengono così ordinati ulteriori accertamenti alla Polizia postale. L'obiettivo è trovare le prove di un ricatto legato alle foto "compromettenti". Un lavoro difficile che però è mirato a rendere giustizia alla mamma suicida e ai suoi familiari.
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Il Gazzettino