«Lega bancomat, ma Bossi jr non sapeva»

«Lega bancomat, ma Bossi jr non sapeva»
MILANO - Erano fondi destinati «all'attività politica» della Lega Nord. Con quei soldi però Riccardo Bossi, figlio di primo letto del senatur, ci ha pagato multe, affittato...

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MILANO - Erano fondi destinati «all'attività politica» della Lega Nord. Con quei soldi però Riccardo Bossi, figlio di primo letto del senatur, ci ha pagato multe, affittato auto, sanato debiti personali, versato le rette di iscrizione all'università, saldato le parcelle del veterinario che gli curava il cane. Tuttavia, per il pm che ieri ne ha chiesto la condanna, non sono cose così gravi. Riki Bossi, secondo il pm, quasi non sapeva di fare qualcosa di illecito. Il processo si celebra a porte chiuse poiché Riccardo Bossi ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato che garantisce uno sconto di pena. Ma il rampollo della famiglia leghista può anche beneficiare della benevolenza del magistrato dell'accusa. Che ha chiesto un anno di condanna (con pena sospesa) e una multa di 350 euro.

La mano morbida è giustificata, stando a quanto detto durante la requisitoria, dal fatto che il malcostume di usare soldi pubblici come fossero un bancomat personale era così diffuso all'interno del Carroccio da fare perdere al ragazzo «la consapevolezza del disvalore dei suoi comportamenti illeciti». Da qui la proposta di condannarlo per appropriazione indebita concedergli però tutte le attenuanti possibili. La sentenza è prevista per il 14 marzo prossimo.
Re. Pez.

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Il Gazzettino