Ecoambiente, Polacque... nell'agenda delle società pubbliche, però, è sparita l'Asm. Vero che interessa solo Rovigo, non è provinciale, ma a Palazzo Nodari l'ex...
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Il punto focale oggi è che di Asm in municipio non si parla. La società, però, in questi anni «ha ridotto l'esposizione bancaria da 9,5 milioni a 6, tra mutui e fidi di cassa - spiega Fiocchi - operando nella gestione ordinaria abbiamo cercato di bilanciare le spese. In quanto ai bilanci, dopo il passivo di 400mila euro del 2013, nel 2014 abbiamo chiuso a più 150mila e quest'anno sarem a oiù 200mila. Numeri che ci consentono di fare accantonamenti necessari, visto l'andamento generale economico».
Arriva così l'aspetto cruciale. «Il problema è che il piano industriale per dare vita nuova all'Asm è fermo a febbraio scorso, dopo essere stato presentato già nel 2014 all'ex sindaco Bruno Piva. L'abbiamo illustrato alla giunta attuale quando si è insediata e da allora non ci sono stati incontri né notizie. Il piano prevede attività che possono dare risultati, per esempio l'acquisto di piazzale Di Vittorio da parte nostra, dove spostare la sede e mettere in vendita l'area di via Dante. Arriverebbero soldi al Comune e a noi».
Quale idee ha sulle farmacie, che alcuni in maggioranza vorrebbero cedere? «Sono in pareggio, ma il quadro nazionale vede un calo di fatturato generale, per la riduzione delle ricette. Certo nel piano vengono rivisitate, ma ci sono soluzioni anche tenendole, per esempio eliminando il magazzino. Quello che in Asm oggi pesa è il milione che spendiamo per il verde pubbico, mentre il Comune ci paga solo 450mila euro. L'ispezione del ministero dell'Economia ha sottolineato che non può essere così, deve andare a pareggio, troppo comodo per il Comune risparmiare e fare cassa con le partecipate».
Cosa farebbe con le quote di Ascopiave? Le cederebbe? «Ci danno redditività sicura ogni anno e così sarà nel tempo, l'indice è sempre in salita. Venderle, a mio avviso, sarebbe errato».
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Il Gazzettino