«Perdiamo 25 milioni con la zona rossa, ora rimborsi subito. A rischio 2.000 attività»

Stop allo shopping non strettamente necessario con la zona rossa e si calcolano già ingenti perdite per il commercio
PADOVA - Oggi, sabato 13, domani e poi basta. Per i negozi padovani questo è l’ultimo weekend di lavoro prima di finire nel tunnel di una lunga chiusura. Da...

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PADOVA - Oggi, sabato 13, domani e poi basta. Per i negozi padovani questo è l’ultimo weekend di lavoro prima di finire nel tunnel di una lunga chiusura. Da lunedì 14 marzo il passaggio del Veneto in zona rossa obbligherà allo stop oltre cinquemila attività della provincia. Era già successo con il lockdown della scorsa primavera e poi nei giorni delle ultime feste natalizie. Ora, con il numero dei contagi in costante aumento e la terza ondata sempre più vicina, si torna indietro. E le ripercussioni economiche sono pesantissime. Commercianti, baristi e ristoratori invocano aiuti pari alle perdite, intanto la Confesercenti fa i calcoli: «Ogni settimana di zona rossa verranno persi nel territorio padovano consumi per oltre 25 milioni di euro. Quasi 20 milioni solo considerando il weekend». 


I NUMERI
Le nuove restrizioni provocheranno la chiusura di 3.500 pubblici esercizi e 1.800 negozi di abbigliamento e calzature: sono questi i due settori più colpiti. In tutto le attività commerciali chiuse sono oltre duemila. «In un fine settimana di primavera il settore moda fattura da 7 a 8 milioni di euro, mentre la ristorazione incassa da 10 a 12 milioni. In totale - sottolinea il presidente Nicola Rossi - si arriva quasi a 20 milioni di euro bruciati solo per questi due comparti. Considerando i sette giorni settimanali si arriva ad oltre 25 milioni. Ad incidere non sono solo le chiusure obbligate - insiste il numero uno della Confesercenti padovana - Nel momento in cui la mobilità è ridotta e la situazione è incerta, i consumi scendono in modo automatico. Alcune categorie rischiano di poter tenere aperto senza però avere clienti, cosa che si traduce in una perdita anche maggiore della chiusura». 
LE RICHIESTE
Fatte queste premesse, le considerazioni del presidente sono decisamente cupe: «Per le attività commerciali è in arrivo l’ennesima batosta, che si somma ad un anno di perdite senza precedenti. Lo ripetiamo: siamo in ginocchio. Lo sono le attività costrette a chiudere, ma anche gran parte di quelle che possono aprire. La continua altalena fra aperture e chiusure non fa che esasperare la situazione. Lo stop nei fine settimana è una spinta in più verso la chiusura per le attività in bilico: secondo le nostre stime, nella provincia di Padova ce ne sono circa duemila. Ben consapevoli della gravità della situazione sanitaria, non possiamo che ribadire che le attività commerciali sono in asfissia da mesi». Ecco, dunque, l’appello: «È ora di passare dai ristori ai rimborsi. È necessario un confronto di fatturato 2019-2020».
I LOCALI
Filippo Segato, segretario Appe, è stato subissato di telefonate, mail e messaggi con richieste di chiarimenti. «Tra zona arancione e zona rossa non cambia nulla - chiarisce - I locali potranno continuare a fare servizio da asporto, consegne a domicilio e servizio mensa aziendale se è stato stipulato un contratto. Le gelaterie potranno continuare a lavorare e a vendere anche il gelato con il cono, a patto che venga consumato lontano dall’esercizio»
LE ALTRE ASSOCIAZIONI
«Siamo di fronte ad un vero e proprio disastro – tuona il presidente Ascom Patrizio Bertin – Per mesi abbiamo fatto di tutto pur di restare aperti: abbiamo speso soldi per sanificare, distanziare, proteggere. Non vi è dubbio che l’apertura delle scuole, che ora vengono nuovamente chiuse, abbia determinato una diffusione del contagio. Non ammetterlo è non essere onesti. Ci hanno fatto perdere due Pasque ed un Natale. Cosa ci aspetta ancora?». 

Si sfoga anche Massimiliano Pellizzari dell’Associazione commercianti del centro: «L’istituzione della zona rossa dopo esattamente un anno decreta il fallimento del nostro Paese. In queste ore decine di persone mi stanno chiamando incredule e disperate per ciò che sta avvenendo. Questo nuovo lockdown sancirà il fallimento di migliaia di attività. Se il Governo Draghi vuole rimarcare la discontinuità con il Governo precedente istituisca indennizzi adeguati». 

 

 

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Il Gazzettino