Zona rossa all'Arcella, 1.300 firme dei contrari inviate al presidente Mattarella: «Questa etichetta danneggia il quartiere»

L'iniziativa era stata lanciata da alcuni commercianti del rione. Il provvedimento sarà attivo per tutta l'estate

PADOVA - Sono 1.300 le firme contro la zona rossa partite ieri mattina (11 luglio) dall'ufficio postale di via Tiziano Aspetti all'Arcella e dirette al presidente della Repubblica,...

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PADOVA - Sono 1.300 le firme contro la zona rossa partite ieri mattina (11 luglio) dall'ufficio postale di via Tiziano Aspetti all'Arcella e dirette al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Firme accompagnate da una lettera che illustra la realtà di un «quartiere che non ha bisogno di essere nuovamente etichettato» dicono gli organizzatori. Giuliano Bosio e Sara Compagnin, commercianti, e Francesco Valentino, fra i promotori della raccolta, sono arrivati alle Poste con il voluminoso plico che è poi partito in direzione Quirinale.

 

La lettera

La zona rossa, nel quartiere più popoloso della città (oltre 30mila abitanti), è scattata il 19 maggio scorso ma sarà attiva fino al 15 settembre: «Alle firme raccolte in poco più di un mese abbiamo allegato anche una lettera per spiegare al presidente la realtà di un quartiere vivo, accogliente, ricco di iniziative bollato con il marchio zona rossa - spiega Bosio, titolare di "Ruvido" -. Per chi vive e lavora qui non è cambiato nulla, ma lo è molto per chi invece voleva venire all'Arcella a fare acquisti o a vivere il quartiere. Con il marchio invece non ci viene. C'è gente che chiama in negozio chiedendo se sia sicuro arrivarci e in che orari. È una follia che ci danneggia. L' Arcella è un quartiere riqualificato, ricco di iniziative. Sarebbe bastato indicare alcune vie dove sono presenti criticità sarebbe stato sufficiente».

 

La contestazione

Il termine zona rossa è il più contestato e i promotori della raccolta sottolineano come, ad esempio, sarebbe stato molto più idoneo parlare di «zona di riqualificazione urbana». Puntualizzano inoltre come sia bello sapere che le forze dell'ordine siano sempre state presenti e abbiano svolto il loro compito e siano sempre state ben accolte. «Siamo in un quartiere vivo, dove si svolgono molti eventi, concerti, dove c'è una libreria che produce cultura, un negozio di dischi che propone uscite in anteprima. Un quartiere che un tempo era bollato come Bronx e che invece è molto migliorato: ottoanni fa c'era degrado e spaccio, ma grazie a tante iniziative che qualcuno ritiene inutili è cambiato in meglio».

 

La testimonianza

Francesco Valentino vive all'Arcella da circa 5 anni: «Sono arrivato da Bari e sono subito stato accolto dal quartiere - racconta -. Mi occupo di musica e vivo in un quartiere che mi permette di fare molte iniziative, sempre supportate dall'amministrazione e quindi eventi, che stanno crescendo in partecipazione, legati al concetto di riqualificazione. La zona rossa non ha cambiato la vita del quartiere, ma quello che fa la differenza è il rapporto con chi non vive o lavora all'Arcella. Le persone temono a venirci e i commercianti hanno un calo di clientela». Per i contrari al provvedimento bastavano, come puntualizzano, alcuni interventi mirati dove si evidenziano situazioni di criticità. «Siamo contrari perchè riteniamo si tratti di un intervento troppo vasto che abbraccia un intero quartiere, il più popoloso della città, peraltro un esperimento perchè di questo si tratta - evidenzia Compagnin - le forze dell'ordine sono già presenti e attive e intervengono su segnalazioni già più volte inoltrate loro. Con la zona rossa non abbiamo visto nulla di nuovo e all'Arcella tranne qualche episodio che si verifica come in tante altre zone, si fa tanto rumore per nulla». Il quartiere è solidale e accogliente , come dicono, un quartiere ricco, colorato e vitale, una zona che dovrebbe essere di esempio, reso migliore ogni giorno dall'impegno e dal lavoro che i cittadini mettono insieme alle istituzioni, per creare positività, inclusione, integrazione: «I problemi si risolvono con il dialogo e la collaborazione di tutti. Non con le etichette».

 

 

 

 

Luisa Morbiato
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino