Invasione di brasiliani in Val di Zoldo: più residenti all'estero che abitanti

Invasione di brasiliani in Val di Zoldo: più residenti all'estero che abitanti
BELLUNO -  Più residenti all'estero che abitanti. Ci sono intere porzioni del Bellunese in balia degli iscritti all'Aire, comuni in cui i residenti...

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BELLUNO -  Più residenti all'estero che abitanti. Ci sono intere porzioni del Bellunese in balia degli iscritti all'Aire, comuni in cui i residenti all'estero con doppia cittadinanza superano di gran lunga la popolazione locale. La denuncia del sindaco di Val di Zoldo Camillo De Pellegrin ha scoperchiato una vaso di Pandora su cui le istituzioni si stanno interrogando da tempo, facendo emergere un fenomeno sparso su tutta la provincia. E il problema tocca anche il capoluogo.


L'EMERGENZA L'emergenza coinvolge tanto i piccoli comuni di montagna quanto la Valbelluna, si spinge fino a Soverzene e non lascia indenne nemmeno il capoluogo. I primi cittadini finora hanno taciuto, ma dopo le dichiarazioni del collega zoldano sciolgono le briglie. Parlano apertamente di preoccupazioni, dubbi e soprattutto di un problema concreto contro cui si scontrano al momento delle votazioni. Se le iscrizioni all'Aire, in gran parte di brasiliani, fanno schizzare in alto il numero degli aventi diritto al voto, dall'altra parte fanno a pugni con il quorum. E poi la mole di lavoro a cui sono sottoposti i dipendenti comunali. Ci sono uffici anagrafe in cui uno dei lavoratori si occupa a tempo pieno solo delle pratiche legate alle richieste dei cittadini carioca, altri in cui il personale non riesce a stare dietro a tutto e lascia accumulare centinaia di pratiche. Ma il via vai di brasiliani non si scoraggia certo dalle tempistiche lunghe. «Siamo in 386 abitanti e gli iscritti all'Aire sono 1000, di cui la gran parte brasiliani spiega Gianni Burigo, sindaco di Soverzene -. Abbiamo il 210% di italiani residenti all'estero, qui. Noi non siamo contrari all'immigrazione, ma pensiamo non sia giusto che questo fenomeno infici le decisioni locali. Prendiamo il referendum per l'autonomia del bellunese, per esempio. A seconda di come si leggeva la classifica noi risultavamo il comune con più o meno votanti. Senza contare l'Aire da noi hanno votato il 76% dei cittadini, se contiamo gli Aire allora solo il 23%». Burigo non si ferma alle lamentele, è una questione di principio e va risolta alla radice, secondo lui. Dopo il 4 marzo proporrà ai deputati bellunesi di portare in parlamento la richiesta affinchè chi risiede all'estero possa votare, certo, ma non sia conteggiato nel quorum. Anche ad Arsiè le cose vanno così. D'altra parte la famiglia Dall'Agnol oggi conta circa 500 discendenti tutti emigrati in Brasile. «Da noi gli iscritti all'Aire sono venti di più rispetto ai residenti spiega il sindaco Luca Strapazzon -, cioè 2290 contro 2270. Il fenomeno dei brasiliani lo abbiamo notato anche noi, guardando ai 12 mesi le cifre si notano».


Ogni settimana raggiungono il paesino gruppetti di migranti per richiedere dati all'ufficio anagrafe o alla parrocchia, così da risalire ai nomi degli avi partiti dal comune del Bellunese. «Noi non ce l'abbiamo con nessuno conclude il primo cittadino -, ma siamo nella situazione di non poter indire un referendum perché non raggiungeremmo il quorum, non possiamo scegliere nulla sul nostro territorio». Il boom di richieste di cittadinanza ha coinvolto anche Longarone, comune che con il Brasile ha intessuto una lunga storia di rapporti decennali. «Su 6777 elettori 2508 sono Aire racconta il sindaco, Roberto Padrin -, a cui si aggiungono almeno 200 pratiche non ancora evase dai nostri uffici. Per la gran parte si tratta di cittadini brasiliani. Il numero aumenta di anno in anno e, chiaramente, incide al momento delle elezioni».
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Il Gazzettino