Zlatan, chi è il killer che ha ucciso l'ex moglie, la compagna e poi si è suicidato

L'uomo era stato arrestato dai carabinieri per maltrattamenti nel 2019

Zlatan Vasiljevic: chi è il killer di Vicenza che ha ucciso l'ex moglie, la compagna e poi si è suicidato
VICENZA  - È Zlatan Vasiljevic l'uomo che questa mattina ha ucciso l'ex moglie Lidia Mijkovic sparandole diversi colpi di pistola in una strada periferica...

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VICENZA  - È Zlatan Vasiljevic l'uomo che questa mattina ha ucciso l'ex moglie Lidia Mijkovic sparandole diversi colpi di pistola in una strada periferica di Vicenza. Poi è scappato in auto insieme all'attuale compagna, e dopo aver ucciso anche lei - una giovane venezuelana - si è tolto la vita sempre in auto. Il suo corpo è stato trovato all'interno della utilitaria, una Mazda 2, sulla tangenziale ovest di Vicenza. 

Il killer era stato arrestato per maltrattamenti  

Secondo alcune testimonianze Zlatan Vasiljevic, di origine bosniaca, aveva lavorato come camionista e attualmente era nullafacente e con problemi di alcolismo. Era sposato con Lidia Mijkovic, cittadina serba con cui aveva avuto due figli - maschio e femmina - che ora hanno 13 e 16 anni. La famiglia aveva convissuto per anni  ad Altavilla Vicentina.

Il 26 marzo 2019 l'uomo era stato però arrestato dai carabinieri di Altavilla Vicenza, a seguito di reiterati maltrattamenti in famiglia denunciati da Lidia. In seguito, sempre dal 2019, era stato emesso nei suoi confronti un ordine di non avvicinamento alla donna. 

La vicenda dei coniugi era nota al tribunale e ai Servizi sociali: nel 2019 dopo un episodio di violenza, la donna era stata ricoverata per settimane dovendosi assentare dal lavoro perchè lui le aveva "fracassato il cranio". 

La sentenza

La «perseveranza dimostrata dal Vasiljevic, unitamente all'abuso di alcoli e alla sua incapacità o comunque alla mancanza di volontà di controllarsi pure in presenza dei figli minori, costretti ad assistere alle continue vessazioni ai danni della madre - si legge nell'ordinanza del 2019 - consente di ritenere altamente verosimile il verificarsi di nuovi episodi di violenza, tanto più in ragione dell'allontanamento» della donna «dalla casa familiare e dalle tendenze controllanti e prevaricatorie dimostrate dall'indagato, che potrebbero con ogni probabilità subire un'escalation in termini di gravità e condurre a tragiche conseguenze».

Esattamente quello che è accaduto. Il giudice elenca alcuni episodi di violenza: a febbraio del 2019, quando Vasiljevic «afferrava per il collo» la moglie, «la spingeva contro il frigorifero della cucina e la minacciava con un coltello» che le infilava in bocca; un mese dopo quando, rientrato ubriaco, l'ha aggredita a letto stringendole il collo «come per strangolarla» e urlando: «ti uccido, ti cavo gli occhi»; ancora, sempre a marzo, quando le diede un colpo al volto «con violenza tale da farla cadere al suolo».

Vasiljvic finì in carcere, ma ci rimase poco, tanto che già a dicembre 2019 arrivò un ordine di non avvicinamento: lo emise l'autorità giudiziaria su richiesta dei carabinieri di Schio, dove Lidia si era trasferita con i bambini dopo la separazione. Di quella vicenda del 2019, ora definita da chi conosceva la donna uccisa, come 'cronaca di una morte annunciata', ha parlato il titolare della ditta per cui la vittima lavorava, la Food&co di Vicenza, una ditta specializzata in catering. Una tragedia annunciata che ora lascia orfani due ragazzi di 13 e 16 anni. 

 

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Il Gazzettino