ZERO BRANCO - Da bombarolo in Tribunale a Treviso, per bloccare l’asta immobiliare della propria casa, a imputato di truffa in Tribunale a Venezia. ...
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È questa la parabola di un 48enne da anni residente a Zero Branco. Un caso che, per tante ragioni, ha fatto discutere anche a Venezia. Ma che dovrebbe tornare presto alla ribalta a Treviso quando il pm Gabriella Cama chiuderà le indagini del procedimento nel quale l’uomo è accusato di procurato allarme.
Raggiro al Casinò di Venezia: questa l’ipotesi d’accusa che la Procura ha contestato al 48enne di Zero Branco e al "complice" 67enne, di Ponte di Piave. Entrambi sono finiti a processo per difendersi dalle contestazioni di truffa e spendita di banconote contraffatte.
Proprio il "demone del gioco" potrebbe essere stata la causa dei suoi guai. Prima avrebbe cercato di giocare con denaro falso e poi, finito sul lastrico, si sarebbe recato in Tribunale a Treviso con una valigetta dalla quale sporgevano vari cavi elettrici, lasciata nella toielette del secondo piano. Uscito dal palazzo di giustizia ha telefonato al centralino: «C’è una bomba nei bagni».
Inizialmente si pensò a un mitomane. Ma, vedendo la valigetta coi fili elettrici, scoppiò il panico. Un fuggi fuggi che paralizzò il tribunale. Poi si scoprì che non c’erano ordigni e scattarono le indagini che portarono all’identificazione del responsabile. «L’ho fatto -ammise candidamente autoaccusandosi- per bloccare l’esecuzione immobiliare».
Il Gazzettino