Zattieri del Piave patrimonio Unesco, l'antico mestiere è "bene immateriale dell'umanità"

Zattieri del Piave patrimonio Unesco, l'antico mestiere è "bene immateriale dell'umanità"
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LONGARONE - «Siamo fortunati perché - come Castaldi in carica - possiamo oggi raccogliere il frutto del lavoro, dell'impegno, della passione di tutti coloro che ci hanno preceduto». Sono raggianti Giorgio Bosa e Sergio Furlan, attuali reggitori della Fameja dei Zater e Menadas de la Piave' dopo che l'Unesco ha ufficializzato il riconoscimento dell'antico mestiere dello zattiere come patrimonio immateriale dell'umanità. Una soddisfazione più che legittima che arriva dopo una lunga storia in cui la Fameja' è stata grande e importante protagonista.


LA STORIA
Era l'inizio degli anni 80 quando Enzo Losso, appassionato ricercatore delle vicende degli zattieri di Codissago aveva trovato una documentazione della presenza, già a fine 800, di zattieri bellunesi in Stiria sul fiume Mur. Il passo successivo si compie nel 1985. A Sitges, cittadina catalana, lavora un gelatiere di Codissago, Matteo Olivier, che sulla stampa locale lehhe che a La Pobla de Segur, sui Pirenei, c'è un'Associazione che ogni anno scende con zattere lungo il fiume Noguera Pallaresa. Un nipote di Matteo, Adriano Olivier, fa la conoscenza con Angel Portet, presidente della Associació Cultural dels Raiers de la Noguera Pallaresa'. È la svolta. Si concorda che la Fameja' avrebbe partecipato, l'anno successivo, alla Diada del Raiers' la discesa in zattera. È l'inizio di un'epopea. Nel corso dell'incontro, infatti, Enzo Losso anticipa quello che avrebbe voluto accadesse negli anni successivi: la nascita di Associazione internazionale aperta a quelle realtà impegnate a ricordare e tramandare il duro lavoro dei loro avi sui fiumi d'Europa e del mondo. Pareva un discorso visionario, quello di Losso, ma è diventata una realtà. A novembre 1989, nella sede del Dipartimento della cultura al palazzo della Generalitat Catalana, viene firmata la prima bozza di quello che saranno gli obiettivi dell'Associazione; alla guida è chiamato il catalano Angel Portet Boixareu. Di qui è una crescita costante. Oggi, infatti, l'Associazione internazionale comprende oltre quaranta Associazioni di una ventina di Paesi europei. Il passo successivo a inizio degli anni 2000, sempre sotto la spinta di Portet e Losso e delle rispettive realtà: si avvia il processo destinato ad ottenere il riconoscimento da parte dell'Unesco. Riconoscimento ora arrivato.


LA PASSIONE
«C'è stato un grande, attento, impegnativo lavoro che è durato quasi venti anni. Un lavoro - registra Andrea Losso, da anni membro del direttivo internazionale dove, ora, siede anche un'altra bellunese, Cosetta Olivier - coordinato da una serie di presidenti. Da Angel Portet, capace di allargare la visione di Enzo Losso, a Miquel Gordó, a Jaroslav Camplik e all'attuale presidente Frank Thiel». Il riconoscimento internazionale rappresenta un forte impulso. «Di sicuro - dicono Bosa e Furlan - ci sentiamo impegnati ad assumere nuove iniziative che possano far conoscere ad una cerchia sempre più ampia la storia delle zattere. Perché questa è una pagina, e non di scarsa rilevanza, delle nostre radici». Per l'occasione del riconoscimento, l'Associazione internazionale ha invitato le città sede delle realtà associate a chiedere che, alle 11.30, le campane suonino in segno di gioia e partecipazione.


«C'è un detto che recita così: Venezia poggia su un Cadore rovesciato. ha dichiarato il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia complimentandosi per il riconoscimento - Un detto che ci porta alla lontanissima Serenissima, un tempo in cui erano terminate le scorte del legname lagunare e i veneziani hanno guardato, perciò, al Cadore per recuperarne. Legname preziosissimo, ricordiamolo, perché è su di esso che poggiano ancora oggi le fondamenta della gran parte dei palazzi veneziani e che veniva trasportato fino in laguna proprio grazie alle maestrie degli Zattieri del Piave. Il lavoro degli Zattieri, cioè quello di saper governare una zattera, è intriso di storia, di tradizione, di cultura veneta che, insieme al duro lavoro e alla passione, appartengono alla nostra terra e alla nostra gente. Ora, gli Zattieri del Piave sono stati anche riconosciuti dall'Unesco patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità: un riconoscimento che ci rende profondamente orgogliosi per quanto la gente veneta ha dato alla sua terra e continua a dare come esempio di eccellenza nel mondo».

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Il Gazzettino