Zaia: «Tutelare obbligazionisti e azionisti trattandoli allo stesso modo»

Zaia: «Tutelare obbligazionisti e azionisti trattandoli allo stesso modo»
VENEZIA - Il presidente della Regione Veneto si è espresso sul caso delle popolari venete e dell'acquisizione da parte di Banca Intesa. «Non ho nulla da dire - ha...

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VENEZIA - Il presidente della Regione Veneto si è espresso sul caso delle popolari venete e dell'acquisizione da parte di Banca Intesa. «Non ho nulla da dire - ha speigato - su Banca Intesa, che fa il suo mestiere, lo fa bene, e quindi per me non è un problema. Il fatto è che oggi nessuno di noi è in grado di dire e sapere dati concreti su attività e passività delle due banche. Inoltre, questo accordo è comparso nottetempo, senza darne misura ad alcun cittadino italiano e se, fino a una settimana fa, si parlava di aumento di capitale per un progetto di fusione, con il piano industriale bloccato perché l'Europa non ha dato l'ok per l'aiuto di Stato, mi sembra che ci troviamo di fronte a questo tipo di aiuto anche in questo caso». Il vero tema posto da Zaia è comunque quello dei cosiddetti azionisti-risparmiatori. «Se gli obbligazionisti - ha spiegato - saranno ristorati al cento per cento, lancio il grido d'allarme per quei 205.000 risparmiatori che hanno acquistato azioni non per speculare, ma ritenendo le azioni più sicure delle obbligazioni e investendovi i pochi loro risparmi: secondo me andrebbero trattati alla stregua di obbligazionisti e non di azionisti. E penso e spero che la partita sia chiusa, ma che, nell'accordo, ci siano ancora margini per recuperare questo aspetto sociale». Il presidente ha quindi sottolineato che: «Se l'accordo passerà, Banca Intesa diventerà istituto di riferimento del territorio, assumendosi una grande responsabilità». «Se invece - ha concluso - l'accordo dovesse saltare, non so cosa succederà: il tema verrà affrontato dal Parlamento, ma credo che questo territorio vada salvaguardato e i risparmiatori tutelati. Certo che, se, nel 2015, fossimo stati autonomi o si fosse fatto quello che scrissi in una lettera a Renzi, Visco e Draghi, non saremmo a questo punto».
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Il Gazzettino