Zaia: «Una Lega di lotta e una di governo, al Carroccio serve un "tagliando"»

Luca Zaia e Matteo Salvini
Luca Zaia, presidente della Regione del Veneto: la Lega in queste Amministrative è andata male. Se l'aspettava? ...

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Luca Zaia, presidente della Regione del Veneto: la Lega in queste Amministrative è andata male. Se l'aspettava?


«Veramente il Veneto è andato alla grande. E ringrazio tutti quelli che hanno lavorato e che si sono candidati».


Ma a livello nazionale non è andata bene.
«Sono considerazioni inappropriate. Abbiamo eletto una settantina di sindaci. Come Lega non siamo mai stati forti sulle grandi città. A Milano, la città del cosiddetto brodo primordiale, abbiamo avuto un unico sindaco e ancora trent'anni fa. Se a Bologna la partita è in salita, va sottolineato che siamo in ballottaggio a Torino e a Roma, dove non abbiamo mai avuto un primo cittadino. Da sempre il voto per la Lega nelle grandi città per la Lega non ha valore politico».


Vuol dire che il risultato poteva essere addirittura peggiore?
«È brutto giocare la schedina il lunedì, ma a Milano c'era un sindaco uscente che è una figura conosciuta, non era facile vincere. A meno che non si arrivi con una star da contrapporgli, non puoi presentarti una settimana prima del termine delle candidature con un candidato sconosciuto».


Ha detto che si sono sbagliati i nomi.
«Non ci sono nomi sbagliati. Ci sono nomi che sono sbagliati per la tempistica. A Milano un candidato come Luca Bernardo, che peraltro io non conosco e non mi permetto di giudicare, che viene presentato poco prima della campagna elettorale, a meno che non sia ultra conosciuto e ultra stimato, è naturale che parta in prima ridotta col freno a mano tirato. Se poi aggiungi che questo candidato, per motivazioni di cui non voglio parlare, ha dichiarato che si sarebbe potuto anche ritirare dalla campagna elettorale se non si risolvevano alcuni problemi, è chiaro che si è autoindebolito».


Lei chi avrebbe candidato a Milano?
«È troppo distante dalla mia realtà, ci vuole una conoscenza che io non ho».


La Lega dovrebbe cambiare linea? Va bene così o c'è qualche aggiustamento da fare?
«Io penso che tagliandi ne dobbiamo fare tutti nella vita, li dobbiamo fare come persone, come professionisti e anche come linea di partito che peraltro quotidianamente ha i suoi aggiustamenti. Qualcuno vuole leggere queste Comunali come un voto politico, cosa cui io non credo. Penso invece che la madre di tutte le battaglie sarà rappresentata da come arriveremo alle Politiche. E qui le componenti saranno due: da una parte l'identità e dall'altra il fatto di essere una forza di governo. Che si sia o non si sia a Palazzo Chigi, la Lega è a pieno titolo forza di governo visto e considerato che governa gran parte delle regioni più importanti d'Italia. Il punto è trovare un giusto equilibro tra la Lega di lotta e la Lega di governo, due componenti che è fondamentale che ci siano».


E a lei tocca fare la Lega di governo?
«Tutti noi siamo chiamati a fare la nostra piccola, democratica rivoluzione. O la si fa facendo militanza politica pura o governando. Il militante invoca autonomia come progetto politico, l'amministratore della Lega fa l'autonomia».


Resterete nel Governo di Mario Draghi?
«Noi restiamo una forza di governo e al governo, ma sia chiaro che non esistono nuove tasse sulla casa. I cittadini non possono essere tassati sull'abitazione, spesso frutto del sudore della loro vita».


Elezioni politiche nel 2023 o prima?
«Dipenderà da Draghi. Se salirà al Quirinale la vedo improbabile una non elezione anticipata. Per carità, c'è sempre la scusa di dire che manca solo un anno, però è altrettanto vero che a quel punto dovrebbe esserci un governo del presidente o politico, dipende dalla congiuntura. Se invece Draghi non andrà al Quirinale, mi sembra scontato che la legislatura andrà a normale scadenza».


Al Quirinale lei chi vedrebbe? Un Mattarella bis? Oppure?
«Primo: mi sembra prematuro parlarne. Secondo: non ho elementi. Terzo: bisogna capire cosa accadrà da qui a febbraio».


Il riconfermato sindaco di Milano, Beppe Sala, ha detto che la sconfitta del centrodestra a Milano è in conto a Salvini. Condivide?
«Se vale il principio di Sala, allora la sconfitta in Veneto del Pd è in conto a Letta?».


Le Comunali 2021 si rifletteranno sui rapporti di forza all'interno del suo partito?
«Sono ragionamenti che vanno fatti nelle sedi congressuali. Bossi diceva che la Lega in Veneto ha un vantaggio: l'essere molto identitaria».


Salvini ha detto che dell'autonomia si parlerà con il prossimo governo, presumendo che sia di centrodestra e a trazione leghista.
«L'ha detto, ma ha anche detto che con questo governo sarà difficile visto che nella compagine ci sono i 5 Stelle che ce l'hanno bloccata nel Conte I e c'è il Pd che ci ha impugnato il referendum. Però siccome io non voglio dare alibi a nessuno, questo governo sa che noi siamo qui a presidiare e a insistere sull'autonomia».


Visto il successo in Veneto delle Amministrative 2021, Zaia cosa farà?
«Il governatore».
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Il Gazzettino