Caso Maritan, Francesca Zaccariotto assolta: ora il Comune deve pagarle 200mila euro di spese legali

Caso Maritan, Francesca Zaccariotto assolta: ora il Comune deve pagarle 200mila euro di spese legali
SAN DONÀ - L'ex sindaca Francesca Zaccariotto assolta perché il fatto non sussiste e sarà il Comune a pagare le parcelle degli avvocati che la hanno...

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SAN DONÀ - L'ex sindaca Francesca Zaccariotto assolta perché il fatto non sussiste e sarà il Comune a pagare le parcelle degli avvocati che la hanno assistita. In totale 200mila euro suddivisi tra tre legali, in base alle rispettive competenze e consulenze: i penalisti Fabio Pinelli e Renzo Fogliata e l'amministrativista Carlo Alberto Tesserin dello studio Cacciavillani, con somme in parte anticipate dalla stessa Zaccariotto, ora assessora ai Lavori pubblici di Venezia. La legge, infatti, stabilisce che per sindaco, assessori e dirigenti il pagamento dell'assistenza legale spetti all'ente in cui viene svolto il servizio, in questo caso, appunto, il Comune.


LA SCELTA

Zaccariotto, in accordo con i legali, aveva scelto il rito ordinario conclusosi nel febbraio del 2020 perché il fatto non sussiste, ossia non aveva favorito Luciano Maritan. La Procura l'aveva accusata di aver fatto pressioni nel 2012 perché a lui venisse assegnato un posto come guardia-parchi, tra i lavori socialmente utili. «Una vicenda durata circa nove anni commenta Zaccariotto abbiamo atteso il passaggio in giudicato della sentenza, perché non fosse più possibile appellarsi, per cui nei giorni scorsi è stato possibile protocollare tutta la documentazione». L'ex sindaca è passata per due assoluzioni. «Anche la prima volta i giudici avevano stabilito che il fatto non sussistesse continua poi il pm nel 2017, dichiarando di avere le prove, aveva deciso di appellarsi, per una vicenda conclusasi con un'assoluzione piena anche nell'ultima udienza. Questo mi consente di riappropriarmi della mia immagine». 

AL VERTICE



Quando è iniziata la vicenda giudiziaria, infatti, Zaccariotto era in auge: sindaca, presidente della provincia, esponente di punta della Lega. «Ripensando a questa storia resta comunque un grande amaro in bocca per aver pagato anche un scotto politico continua Oltre alla vicenda personale come madre, moglie, figlia, tra i risvolti pubblici si metteva in discussione un compenso di 1.500 euro per un lavoro socialmente utile. E sempre per il Comune è diventata una spesa giudiziaria di tale entità, quando il criterio di costi e benefici è uno dei cardini della pubblica amministrazione. Tra l'altro non mi difendevo per aver intascato nulla, ma per dover dimostrare che non c'era stata violazione».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino