Quegli ultimi 600 passi di Yakout verso il Gorzone: genitori indagati per omicidio colposo

La Procura di Rovigo ha disposto l’autopsia sulla bimba sfuggita al controllo dei parenti e trovata morta in una canaletta a Stanghella

Il punto dove sarebbe scivolata la piccola Yakout
STANGHELLA - Duecentocinquanta metri. Con le gambe di una bimba di 3 anni sono circa seicento passi. Gli ultimi compiuti da Yakout Affane prima di scivolare nei pochi centimetri...

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STANGHELLA - Duecentocinquanta metri. Con le gambe di una bimba di 3 anni sono circa seicento passi. Gli ultimi compiuti da Yakout Affane prima di scivolare nei pochi centimetri di acqua calda e melma che coprono il fondo della canaletta in cui è annegata sabato. Una tragedia che, a quanto appurato fino a oggi, sarebbe frutto di una disgrazia accidentale. I rilievi e le prime indagini condotte dai carabinieri portano verso l’ipotesi del fatale incidente, ma la Procura di Rovigo ha aperto un’inchiesta per fare piena luce sull’accaduto e al momento gli unici indagati sono i genitori della piccola.

Genitori indagati per omicidio colposo

L’autorità giudiziaria rodigina (che ha competenza territoriale a Stanghella) ha disposto che sul corpicino della bambina venga effettuata l’autopsia: l’incarico potrebbe essere conferito già oggi, 18 luglio. Sarà infatti necessario capire l’esatta causa della morte, quindi se Yakout sia annegata non riuscendo più a raggiungere la riva del canale o se abbia anche subito dei traumi, ad esempio cadendo e perdendo i sensi per poi inalare l’acqua. Al momento è stato aperto un fascicolo e si indaga ipotizzando il reato di omicidio colposo nei confronti di Abdelhakim Affane, il padre, e della madre Fatima Ezzahra Affane. Un atto dovuto per poter procedere con tutti gli accertamenti e le consulenze tecniche necessarie a chiarire l’accaduto.

La ricostruzione

Yakout, insieme ai genitori e all’altro figlio della coppia che ha solo pochi mesi, sabato a pranzo ha raggiunto il civico 103 di via Canaletta Inferiore. Lì si trova l’abitazione di una famiglia marocchina che conosce gli Affane da moltissimi anni poiché provengono tutti dalla stessa zona del Marocco. I genitori della bimba non hanno parenti prossimi in Veneto e gli amici di Stanghella sono una sorta di seconda famiglia. Frequenti sono gli incontri, i pranzi insieme, i pomeriggi passati in compagnia per far giocare assieme i bambini. Yakout dunque in quella cascina in aperta campagna era già stata altre volte. Pur essendo molto piccola, le erano familiari la casa e il grande cortile lungo la provinciale che porta a Stroppare e Pozzonovo. Ciò su cui stanno lavorando gli inquirenti è capire se la bimba conoscesse anche le campagne e le vigne circostanti. L’abitazione è delimitata da una recinzione e da un cancello con apertura automatica, quello da cui la piccola sarebbe uscita approfittando dell’ingresso di uno degli adulti, eludendo la sorveglianza di genitori e amici. Da un lato vi è la provinciale, dall’altro si snoda un sentiero fra i filari di vite che porta dritto all’argine del Gorzone e, qualche metro prima, alla canaletta per l’irrigazione in cui la bimba è stata ritrovata. Potrebbe dunque Yakout aver imboccato quello sterrato perché già altre volte era stata portata a passeggiare verso il fiume? È questa una delle domande ancora in attesa di risposta.

I quesiti aperti

E si sta cercando di determinare anche il punto esatto in cui è entrata in acqua. Il sentiero, proprietà privata ma facilmente accessibile, porta a un ponticello con cui si supera la canaletta, che in inverno è in secca e ora contiene circa mezzo metro d’acqua. Non vi sono protezioni: solo un metro di scarpata separa il campo dal piccolo scolo. Accanto al ponticello l’erba alta della riva ha uno squarcio: proprio quello potrebbe essere il punto in cui la bambina è scivolata, per essere poi ritrovata qualche centinaio di metri più a valle dopo due ore di ricerche. I carabinieri hanno ascoltato sia i genitori che tutti gli adulti presenti in casa al momento della tragedia.

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Il Gazzettino