Fingono il furto dello yacht per l'assicurazione: condannati a 1 anno e 3 mesi

foto di repertorio
CADONEGHE - Un raggiro economico, una barca comprata che non c'è più (e che sarebbe stata rubata) e due condanne a 1 anno e 3 mesi ciascuna per appropriazione...

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CADONEGHE - Un raggiro economico, una barca comprata che non c'è più (e che sarebbe stata rubata) e due condanne a 1 anno e 3 mesi ciascuna per appropriazione indebita di oltre 290mila euro, cioè il valore della barca. Sono gli ingredienti di una storia arrivata ieri a sentenza di fronte al tribunale di Venezia e che ha come responsabili - e quindi condannati - Giuseppe Martini, padovano di Cadoneghe di 62 anni (difeso dall'avvocato Roberto Morachiello) e Mirella Colozzi, romana di 72 anni.

LA VICENDA

Tutto ruota attorno a un'imbarcazione, una Monterey 375 sport yacht, che secondo il proprietario, cioè Martini, sarebbe stata rubata dal proprio posto barca a Chioggia nel dicembre 2013. Un furto denunciato ai carabinieri clodiensi e all'assicurazione, a cui era stato chiesto il risarcimento dell'intero valore del natante. La richiesta - respinta dall'assicurazione - aveva dato il via all'indagine. La storia si dipana attraverso una matassa intricata. All'inizio dei fatti la barca protagonista della vicenda - ora introvabile - era di proprietà di una società di leasing francese che l'aveva data in locazione finanziaria al padovano per poi esser venduta dalla società romana dell'altra imputata. Al sessantaduenne padovano viene contestato di aver simulato il contratto di vendita da 484mila euro, di aver emesso nei confronti della società della complice una serie di assegni e di aver concluso, poi, un contratto di locazione con la società di leasing francese.
Da lì una serie di battibecchi finanziari tra la società romana e il leasing francese fino ad arrivare, il 18 luglio 2013, alla stipula di un contratto di assicurazione tra il padovano (divenuto nel frattempo proprietario dell'imbarcazione) e la società assicuratrice UnipolSai.
 

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Il Gazzettino