Gruppi Whatsapp clonati dagli hacker, raffica di denunce degli infermieri di Adria

TRUFFATORI IN AZIONE Si moltiplicano i casi di profili whatsapp clonati da malviventi
ADRIA - La truffa del codice WhatsApp fa vittime anche in città. L’app più famosa per comunicare gratuitamente entra nel mirino di truffatori e delinquenti....

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ADRIA - La truffa del codice WhatsApp fa vittime anche in città. L’app più famosa per comunicare gratuitamente entra nel mirino di truffatori e delinquenti. Nell’ultima settimana si è registrata, soprattutto tra gli infermieri dell’ospedale Santa Maria Regina degli Angeli, una crescita dei tentativi di truffa che hanno visto come principale strumento proprio WhatsApps.

Lo spiega l’avvocato Barnaba Busatto che sta seguendo alcune vittime: «Sono già state presentate alcune denunce alla Polizia. Gli utenti si sono trovati il loro profilo WhatApps clonato. È una specie di catena di Sant’Antonio che va a colpire soprattutto i gruppi WhatApps, come quelli ad esempio degli infermieri. Ci troviamo di fronte, a quanto mi risulta, dei primi casi a livello provinciale».


CARPIRE INFORMAZIONI
Qual è l’obiettivo di questi truffatori? «Gli obiettivi possono essere diversi - precisa l’avvocato -. Si punta a prosciugare il credito telefonico, carpire le informazioni della carta di credito o fare incetta di dati personali per poi rivenderli al miglior offerente. Per ora si è iniziato con il rubare l’identità a uno del gruppo e con la sua clonazione. Ci possono essere richieste di denaro per piccole cifre. C’è stato ad esempio chi si è visto inviare un messaggio da un “amico” che chiedeva una ricarica Postepay o un bonifico perché si trovava senza soldi e fuori regione. È anche un sistema per installare nel telefono un programma maligno. Viene lasciato un messaggio e nel momento in cui selezioniamo il collegamento, il telefono si infetta. In un caso che sto seguendo, il profilo clonato rimandava a un numero pakistano. La Polizia Postale da alcune settimane sta mettendo in guardia su questa nuova truffa che permette ai pirati di rubare gli account degli utenti». 
CODICE DA TUTELARE
La chiave di tutto sarebbe nel codice di autenticazione che il social invia tramite sms. Grazie a un inganno, i pirati riescono a farselo inviare dagli utenti prendendo il controllo dell’account. «Molto spesso - prosegue Busatto - per persuadere le vittime, questi inviano i messaggi da contatti presenti nella rubrica. Una volta entrati in possesso del codice, i malintenzionati diventano automaticamente proprietari degli account». 
Per evitarlo, la Polizia consiglia di non inviare mai a nessuno, neanche ai contatti in rubrica, il proprio codice di autenticazione WhatsApp. Si consiglia inoltre di non aprire nessun link sospetto all’interno dei messaggi. Questo, è l’unico modo per stare sicuri al 100%.


«La Polizia fornisce una serie di consigli su come comportarsi - conclude il legale adriese -. Non dare seguito a richieste di invio di alcun codice, tramite sms, anche se provenienti da contatti presenti in rubrica. Non cliccare su eventuali link presenti negli sms ed attivare la verifica in due passaggi disponibile nell’area impostazioni dell’App».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino