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West Nile, sono aumentati i casi confermati di infezione dal virus in Italia, fino a raggiungere quota 133. Da inizio maggio sono 39 in più (erano 94 nel precedente bollettino). Di questi, 74 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva.
Il Veneto, nella graduatoria delle Regioni, è al quarto posto con 10 infettati: al primo c'è l'Emilia-Romagna con 26 casi, poi la Lombardia con 20 e il Piemonte con 13.
Inoltre, finora, sono state 6 le persone decedute: 2 Piemonte, 3 Lombardia, 1 Emilia-Romagna. Lo rileva l'ultimo bollettino dell'Istituto superiore di sanità aggiornato al 24 agosto. Dei 133 casi, uno è stato importato dall'Ungheria, 36 casi sono stati identificati in donatori di sangue (6 Piemonte, 23 Lombardia, 1 Veneto, 6 Emilia-Romagna).
Il primo caso umano di infezione della stagione è stato segnalato dall'Emilia-Romagna nel mese di luglio, nella provincia di Parma. Salgono a 43 le Province con dimostrata circolazione del West Nile virus appartenenti a 9 Regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Per il momento, l'unico strumento preventivo è la riduzione dell'esposizione a punture di zanzare, durante il periodo favorevole alla trasmissione. Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, manifestazioni cutanee. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell'1% delle persone infette (1 persona su 150) e comprendono febbre alta, tremori, convulsioni, fino alla paralisi e al coma.
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