Ufficializzata la nomina di Maurizio Castro a commissario straordinario di Italia Wanbao-Acc, il sindaco di Borgo Vabelluna, Stefano Cesa, ha subito convocato il Consiglio di...
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La convocazione è stata inviata oltreché a Castro, al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, al presidente della Provincia Roberto Padrin, ai sindaci di Belluno, Feltre e Lamon, alle Organizzazioni sindacali, ai parlamentari bellunesi Roger De Menech, Paolo Saviane, Mirco Badole, Luca De Carlo, Dario Bond e ai rappresentanti regionali bellunesi Gianpaolo Bottacin (assessore) e Franco Gidoni (consigliere).
Si apre così il grande “cantiere” per cercare di rimettere sul mercato lo stabilimento che occupa 290 unità, unico in Italia, a produrre compressori per la refrigerazione domestica. Un salvataggio tentato attraverso il processo di commissariamento straordinario, ottenuto dopo un lungo e complesso lavoro che ha visto spendersi senza riserve un’intera comunità trainata dal manager Castro che già aveva gestito il commissariamento della vecchia Acc Compressors, fallita lasciando un buco da 450 milioni di euro. Fu proprio Castro a traghettare l’azienda nelle mani dei cinesi del gruppo Wanbao entrati a gamba tesa in quel di Villa di Villa promettendo investimenti e rilancio. Ma dopo soli cinque anni, i cinesi non solo non hanno attuato il piano industriale concordato a livello ministeriale, ma hanno trasferito in Cina la produzione di parte della componentistica rendendo di fatto “dipendente” il sito zumellese. Poi, a febbraio, l’annuncio di chiusura per eccesso di debito. E qui è scattata la corsa per evitare il default. Corsa che ha coinvolto tutti i soggetti sociali, istituzionali e anche religiosi. Nel frattempo, Castro, forte della sua esperienza nel settore, ha riannodato i fili delle trattative con i più grandi gruppi del settore del freddo per potenziare il portafogio clienti e tenere in vita la fabbrica. Solo a piena produttività, infatti, si può aspirare ad una sua ricollocazione sul mercato. Non sarà un’impresa facile, anche perché a complicare le cose ci si è messo anche il colosso nipponico Nidec che proprio in questi giorni ha ottenuto il via libera dalla Commissione europea per acquistare la Secop austriaca, azienda che avrebbe dovuto chiudere proprio a giugno e nel cui vuoto produttivo si sarebbe infilata la Wanbao-Acc per acquire quella fetta di mercato.
Riparte da qui la nuova avventura dello stabilimento Mel, vittima in questi ultimi decenni di continui passaggi di mano, tutti al rabasso. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino