Sparò al ladro, Onichini in carcere. La Cassazione: «Non c'era alcun pericolo»

VEENZIA  - Walter Onichini e la sua famiglia non sono mai stati in pericolo, quando lui ha sparato al ladro questi stava fuggendo e la nuova legge sulla legittima difesa non...

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VEENZIA  - Walter Onichini e la sua famiglia non sono mai stati in pericolo, quando lui ha sparato al ladro questi stava fuggendo e la nuova legge sulla legittima difesa non giustifica qualsiasi tipo di aggressione sproporzionata all'estraneo che si presenta in casa o nella proprietà altrui. Sono questi, in sintesi, gli elementi sulla base dei quali la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del macellaio di Legnaro che il 22 luglio del 2013 sparò al ladro che stava scappando da casa sua, ferendolo gravemente. Onichini (difeso dall'avvocato Ernesto De Toni) è stato condannato a 4 anni e undici mesi, la sentenza è diventata definitiva lo scorso settembre, con il rigetto da parte della Suprema Corte: ora sono state pubblicate le motivazioni di quella decisione.

Era stato condannato in primo grado e secondo grado, e tra il primo e il secondo giudizio è entrata in vigore una modifica alla legge sulla legittima difesa che tutela con più ampio raggio chi si difende da una incursione nella proprietà privata, giudicata pericolosa per persone o cose. Secondo gli Ermellini quando Onichini ha sparato in direzione del ladro, che stava scappando e che gli avrebbe chiesto di non sparare, non temeva affatto il rapimento del figlio più piccolo, e non era in pericolo. Recentemente la moglie di Onchini, Sara Scolaro, ha chiesto la grazia al presidente della Repubblica per conto del marito, detenuto al carcere Due Palazzi di Padova.

Il ladro, condannato anch'egli a tre anni e otto mesi per l'effrazione a casa del macellaio, è un 30enne albanese, a tutt'oggi latitante. 

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Il Gazzettino