Veneto, svolta nel centrodestra. Fdi oltre il 30%, Lega doppiata - Le intenzioni di voto

Veneto, svolta nel centrodestra. Fdl oltre il 30%, Lega doppiata
Fratelli d'Italia doppia la Lega in Veneto: mentre sulle elezioni del 25 settembre incombe lo spettro dell'astensionismo, secondo le stime di voto elaborate da Demos per...

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Fratelli d'Italia doppia la Lega in Veneto: mentre sulle elezioni del 25 settembre incombe lo spettro dell'astensionismo, secondo le stime di voto elaborate da Demos per l'Osservatorio sul Nordest del Gazzettino sembra prefigurarsi un terremoto all'interno del centrodestra. Il partito di Giorgia Meloni, infatti, sfiora il 31%, quello guidato da Matteo Salvini si ferma poco sopra al 14%, mentre Forza Italia resta sotto alla doppia cifra, intorno al 9%. È, dunque, un vero e proprio rovesciamento nei rapporti interni alla coalizione quello causato dall'emorragia di voti del Carroccio, ben rappresentata dai saldi negativi registrati rispetto alle più recenti elezioni (Europee: -36 punti percentuali; Politiche: -18 punti percentuali), e a cui fa da contraltare l'andamento di Fratelli d'Italia, che cresce di 24 punti percentuali rispetto al 2019 e di 26 rispetto al 2018.


Nell'altra coalizione, quella di centrosinistra, il Partito Democratico si ferma poco sopra al 18% (valore del tutto simile a quello registrato nel 2018 e 2019), la lista composta da Europa Verde e Sinistra Italiana supera il 4%, mentre +Europa sfiora il 3%: nel complesso, una sostanziale conferma dei rapporti di forza osservati alle ultime Europee. Chi, invece, mostra un ulteriore acuirsi della crisi già osservata in passato è il Movimento 5 Stelle: accreditato oggi in Veneto del 6% dei consensi, la diminuzione rispetto al risultato ottenuto nel 2019 è di 3 punti percentuali, ma guardando al 2018 il saldo arriva a -18. La neonata aggregazione centrista formata da Azione di Carlo Calenda e Italia viva di Matteo Renzi, infine, in Veneto raggiunge la soglia del 7% dei consensi.


L'INCERTEZZA
L'avvertenza, in questa come nelle altre occasioni, è sempre la stessa: le stime di voto sono fotografie di ieri attraverso cui si cerca di scrutare cosa accadrà domani. Questo è, insomma, il fermoimmagine di una pellicola in continuo movimento, e che lo sarà ancora di più nei giorni a venire. Parafrasando un famoso dialogo cinematografico, viene da dire: è la campagna elettorale, bellezza, ha esattamente l'ambizione di spostare voti (e smentire i sondaggisti). In più, in questa consultazione, pesa l'incertezza: se andare a votare innanzitutto (per un veneto su tre); ma anche: su quale contrassegno apporre la propria croce. In proposito, i dubbi tormentano il 38% di coloro che hanno già deciso di recarsi ai seggi e il 76% di quanti ancora non sanno se prendere tessera elettorale, carta d'identità e andare a votare il 25 settembre.


D'altra parte, in questa campagna elettorale sembra esserci stato poco impulso al coinvolgimento degli elettori, a partire proprio dalla scelta degli aspiranti parlamentari. Il giudizio su di loro appare piuttosto netto: quello che li ha portati alla candidatura è, secondo i veneti intervistati, più l'importanza che hanno nel partito (48%) che quella che rivestono nel territorio (18%) o le loro capacità politiche (12%). Sembra, quindi, che i veneti abbiano percepito una certa disaffezione dei partiti verso il territorio: se e come decideranno di reagire, lo scopriremo il 26 settembre.

 

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Il Gazzettino