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PORTO TOLLE - Nella Sacca di Scardovari è partita l'attività dei Flupsy (Floating upweller system) ossia quella fase di preingrasso che consiste in una zattera che sostiene una doppia fila di cestelli che contengono le vongole e attraverso i quali viene indotta una corrente ascendente continua che permette all'animale di crescere. Ad annunciare i primi risultati incoraggianti è il presidente del Consorzio pescatori del Polesine, Luigino Marchesini: «Attualmente abbiamo cinque Flupsy attivi per un totale di 100 vasche ed a breve ne arriveranno altri quattro che saranno composti da altre 96 vasche». Un progetto del valore di quasi un milione di euro in parte finanziato con fondi Feamp che gode del supporto tecnico di Veneto Agricoltura per la formazione del personale che è stato assunto per gestire questa nuova attività.
IL PROGETTO
«Dagli esperimenti che abbiamo fatto dovrebbero crescere il 4 per cento al giorno continua il presidente -. All'inizio, tra i primi di marzo e i primi di aprile, la crescita non aveva rispettato i test perché nell'acqua mancavano nutrienti per la scarsità di piogge e il sole, che sviluppa le microalghe di cui si nutrono. La siccità non fa bene né alle vongole, né alle cozze. In acqua non siamo in grado di intervenire ed è necessario aspettare la natura, un altro fattore che ci garantisce il marchio Bio». Una vongola per essere raccolta ed immessa sul mercato ha bisogno di almeno due anni.
L'INTERVENTO
Un lavoro lungo e certosino quello che va dal piccolo seme fino al momento in cui la vongola filippina, quella che viene coltivata nelle lagune di Porto Tolle, può arrivare sulle tavole ed essere gustata, con l'incognita del meteo e dei vari fenomeni atmosferici. «Facendo questo procedimento se tutto andasse bene si potrebbe arrivare ad un 8 per cento della produzione del Consorzio sottolinea Marchesini -. Abbiamo comprato seme un po' da tutte le parti del mondo per vedere se la genetica di queste specie fosse più residente di quelle che nascono spontaneamente in laguna».
DALL'ESTERO
Francia, Spagna, Olanda e anche America, nello stato di Washington, da lì arrivano le piccole vongole che sono grandi poco più di un granello di sabbia e che sono curate ogni giorno per portarle al termine della produzione. «Ho molta fiducia in questa attività conclude il presidente Considerato le difficoltà di reperire il seme questa iniziativa potrebbe rivelarsi molto importante per l'azienda. Se i risultati si confermassero positivi si potrebbe pensare ad un ulteriore ampliamento». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino