Volantini con gli israeliani rapiti da Hamas tolti al Ghetto di Venezia. «Brutto segnale di paura»

foto di repertorio
VENEZIA - «È un brutto segno la paura di esprimere le proprie opinioni solo perché ci potrebbe essere qualche antisemita in giro. Credevamo fosse importante...

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VENEZIA - «È un brutto segno la paura di esprimere le proprie opinioni solo perché ci potrebbe essere qualche antisemita in giro. Credevamo fosse importante attaccare i volantini al Ghetto di Venezia, ma il rabbino ci ha chiesto di non farlo, dicendo che ogni volta che succede qualcosa ad Israele, i graffiti antisemiti e il vandalismo arrivano anche al Ghetto. Credo che sia triste vedere che la comunità ebraica di Venezia voglia nascondersi»: lo dice una giovane del gruppo Kidnapped Posters Campaign che ieri insieme ad altri cinque ragazzi è arrivata da Padova per attaccare ai muri del Ghetto i volantini con i volti degli israeliani rapiti da Hamas. La ragazza racconta di come, al momento dell'affissione, i militati impegnati a presidiare il quartiere ebraico di Cannaregio avessero spiegato loro che servisse l'autorizzazione del Comune per appenderli sul muro ai piedi del ponte che collega il Ghetto con gli Ormesini, zona scelta dai giovani. «Non abbiamo nemmeno provato a chiamare il Comune perché il rabbino e il presidente della comunità ebraica ci hanno chiesto di non attaccarli perché avrebbero attirato troppa attenzione. Rispetto la posizione e posso capire la preoccupazione, ma non condivido» conclude la giovane. 
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Il Gazzettino