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VO EUGANEO - Dal disastro di Chernobyl nel 1986, alla guerra russa in Ucraina. I paesi dei Colle Euganei, in Veneto, sono tornati ad accogliere i profughi dell'est Europa. Lo ha fatto il comune di Vo Euganeo - dove scoppiò il primo focolaio di Covid in Veneto, e si contò la prima vittima italiana - dove due ragazzini in fuga con le loro famiglie dal conflitto hanno iniziato le lezioni alle elementari e alle medie. Provengono dalla periferia di Kiev. Giovedì scorso il nucleo famigliare composto da madre, padre e i due figli di 10 e 14 anni, è giunto a Lozzo Atestino (Padova) dopo essere scampato dai bombardamenti alla periferia della capitale, dove abitavano. La mamma dei ragazzini era un'ex bimba di Chernobyl e la famiglia che ora l'ha riaccolta nei Colli Euganei l'aveva ospitata per lunghi periodi di vacanza dal 1986 agli anni '90. Il legame tra la famiglia padovana e quella bimba, che poi, cresciuta, ha avuto due figli, non si è mai interrotto, ed è qui che la famiglia ucraina si è diretta quando la situazione è diventata insostenibile. Sono arrivati a Lozzo nei giorni scorsi, e ha seguito la procedura dei tamponi per escludere il Coronavirus. Oggi i bambini sono stati accolti a scuola. «Abbiamo donato loro due tablet dove è già stata scaricata l'applicazione per tradurre dall'italiano all'ucraino - spiega il dirigente scolastico Alfonso d'Ambrosio - Siamo felici che la tecnologia che ci è stata così utile per il Coronavirus possa servire ad aiutare queste persone, la mamma dei bambini ha ringraziato commossa» .
Il Gazzettino