OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
VITTORIO VENETO - «La vita quotidiana in Russia non ha subito enormi scossoni dopo la guerra in Ucraina. Ma con l’annuncio della mobilitazione oggi le cose sono cambiate. Noi eravamo orientati a rientrare. Se verrà effettivamente imposta le legge marziale, però, sarà necessario prendere altre decisioni». A parlare è Manlio Casagrande, 41enne originario di Vittorio Veneto che vive in Russia, a San Pietroburgo, da ormai più di 16 anni. Le scelte oggi sono tutt’altro che facili. Manlio è sposato con una ragazza russa e ha un bambino di due anni. È partito per San Pietroburgo nel 2006, prendendo l’autobus a Venezia. Quasi a caso: senza progetti specifici e senza conoscere il russo. «Avevo bisogno di fare un’esperienza di alcuni mesi all’estero», dice. E i mesi sono diventati davvero tanti. A San Pietroburgo ha prima insegnato italiano e poi, assieme al suo socio Andrea Burizzi, ha avviato l’agenzia turistica La casa di Bury, specializzata in visti per la Russia e appartamenti a San Pietroburgo, e il caffè ristorante Amarcord, lungo via Zhukovskogo, nel cuore della città. Autore del libro “L’anima russa ai tempi di internet”, da qualche tempo cura un portale online su San Pietroburgo, tra storia, arte e curiosità, affiliato alla stessa agenzia. E i suoi video su Facebook sono seguiti da 150mila persone. Nonostante la guerra, fino a pochi giorni fa erano ancora parecchi gli italiani che andavano in Russia. «Essenzialmente per business, quindi per affari, o questioni familiari”, specifica Casagrande. In particolare dopo la riapertura degli ingressi via terra da Estonia e Finlandia, che erano stati chiusi durante l’emergenza Covid. Certo, non si è più arrivati a oltre 3mila visti all’anno, come capitava prima dell’epidemia. Ma si continuava a lavorare. Il vero spartiacque è stato rappresentato dalla mobilitazione parziale annunciata da Putin.
LA CAUTELA
«Ha spaventato e portato un po’ di scompiglio – dice il 41enne – chi stava chiedendo il visto, ora ha deciso di aspettare».
LE RESTRIZIONI
«Dopo la terribile crisi degli anno ‘90, poi, la Russia ha conosciuto uno sviluppo progressivo – aggiunge – e certe cose sono più semplici da affrontare se si viene da un periodo di crescita. In Italia, invece, spaventa di più l’idea di perdere qualcosa in termini di qualità della vita, anche se poco e anche se questa rimane ben più alta di quella russa. Qui ci sono delle restrizioni. Vero. Ma la realtà è che non vengono percepite troppo dalle persone che conducono una vita quotidiana normale, la grande maggioranza, senza dar vita a giornali o impegnarsi direttamente su fronte dell’opposizione». Adesso Casagrande si trova in Italia per una pausa dopo l’intensa stagione turistica. Resta da capire cosa accadrà in seguito alla mobilitazione. «Questo ancora non si sa – conclude – c’è un grande legame tra Russia e Italia. Non penso possa essere scalfito da un giorno all’altro. Da parte nostra, monitoriamo la situazione. Se verrà introdotta davvero la legge marziale potremmo non rientrare».
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino