Legge marziale in Russia: «Ora ho paura di tornare a San Pietroburgo»

Manlio Casagrande
VITTORIO VENETO - «La vita quotidiana in Russia non ha subito enormi scossoni dopo la guerra in Ucraina. Ma con l’annuncio della mobilitazione oggi le cose sono...

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VITTORIO VENETO - «La vita quotidiana in Russia non ha subito enormi scossoni dopo la guerra in Ucraina. Ma con l’annuncio della mobilitazione oggi le cose sono cambiate. Noi eravamo orientati a rientrare. Se verrà effettivamente imposta le legge marziale, però, sarà necessario prendere altre decisioni». A parlare è Manlio Casagrande, 41enne originario di Vittorio Veneto che vive in Russia, a San Pietroburgo, da ormai più di 16 anni. Le scelte oggi sono tutt’altro che facili. Manlio è sposato con una ragazza russa e ha un bambino di due anni. È partito per San Pietroburgo nel 2006, prendendo l’autobus a Venezia. Quasi a caso: senza progetti specifici e senza conoscere il russo. «Avevo bisogno di fare un’esperienza di alcuni mesi all’estero», dice. E i mesi sono diventati davvero tanti. A San Pietroburgo ha prima insegnato italiano e poi, assieme al suo socio Andrea Burizzi, ha avviato l’agenzia turistica La casa di Bury, specializzata in visti per la Russia e appartamenti a San Pietroburgo, e il caffè ristorante Amarcord, lungo via Zhukovskogo, nel cuore della città. Autore del libro “L’anima russa ai tempi di internet”, da qualche tempo cura un portale online su San Pietroburgo, tra storia, arte e curiosità, affiliato alla stessa agenzia. E i suoi video su Facebook sono seguiti da 150mila persone. Nonostante la guerra, fino a pochi giorni fa erano ancora parecchi gli italiani che andavano in Russia. «Essenzialmente per business, quindi per affari, o questioni familiari”, specifica Casagrande. In particolare dopo la riapertura degli ingressi via terra da Estonia e Finlandia, che erano stati chiusi durante l’emergenza Covid. Certo, non si è più arrivati a oltre 3mila visti all’anno, come capitava prima dell’epidemia. Ma si continuava a lavorare. Il vero spartiacque è stato rappresentato dalla mobilitazione parziale annunciata da Putin.

LA CAUTELA

«Ha spaventato e portato un po’ di scompiglio – dice il 41enne – chi stava chiedendo il visto, ora ha deciso di aspettare». Si è come sospesi. Per il resto la vita quotidiana in Russia scorre in modo relativamente tranquillo. Le sanzioni imposte dall’Occidente non l’hanno stravolta. Non nell’immediato, almeno. Nell’ultima estate Casagrande ha lavorato soprattutto con il turismo russo. E le cose non sono andate male. «Le sanzioni mettono una pressione psicologica – fa il punto – la vita nelle grandi città, comunque, continua a scorrere in modo più o meno regolare». Anche qui le difficoltà si fanno sentire. Per un periodo sembrava mancare l’insulina (problema poi rientrato). All’inizio il prezzo del pane era salito alle stelle. Ma c’è sempre stata la possibilità di scegliere altro. Cosa che l’Europa, in primis l’Italia, fa invece fatica a fare con il gas e di conseguenza anche con l’energia elettrica. L’argomento è intricato. Ma Casagrande, nella sua veste di comunicatore, prova a semplificare senza banalizzare: «In Russia è aumentato il prezzo di molti beni alimentari. L’inflazione, però, è gestibile perché è comunque possibile comperare altre cose da mangiare – spiega – in sostanza le sanzioni economiche potranno anche colpire la Russia, ma hanno bisogno di un tempo lungo. Il sensibile aumento del prezzo del gas in Italia, invece, ha un impatto sulle persone e sulle imprese più grande e soprattutto più veloce».

LE RESTRIZIONI

«Dopo la terribile crisi degli anno ‘90, poi, la Russia ha conosciuto uno sviluppo progressivo – aggiunge – e certe cose sono più semplici da affrontare se si viene da un periodo di crescita. In Italia, invece, spaventa di più l’idea di perdere qualcosa in termini di qualità della vita, anche se poco e anche se questa rimane ben più alta di quella russa. Qui ci sono delle restrizioni. Vero. Ma la realtà è che non vengono percepite troppo dalle persone che conducono una vita quotidiana normale, la grande maggioranza, senza dar vita a giornali o impegnarsi direttamente su fronte dell’opposizione». Adesso Casagrande si trova in Italia per una pausa dopo l’intensa stagione turistica. Resta da capire cosa accadrà in seguito alla mobilitazione. «Questo ancora non si sa – conclude – c’è un grande legame tra Russia e Italia. Non penso possa essere scalfito da un giorno all’altro. Da parte nostra, monitoriamo la situazione. Se verrà introdotta davvero la legge marziale potremmo non rientrare». 

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Il Gazzettino