Era in servizio a Gorizia Vittorio Iacovacci il carabiniere ucciso in Congo. Lutto cittadino

Congo, si chiamava Vittorio Iacovazzi il carabiniere morto nell'attacco terroristico
Si chiamava Vittorio Iacovacci, il carabiniere morto questa mattina nell'attacco condotto da un gruppo terroristico al convoglio Onu a Goma era effettivo al...

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Si chiamava Vittorio Iacovacci, il carabiniere morto questa mattina nell'attacco condotto da un gruppo terroristico al convoglio Onu a Goma era effettivo al 13. Reggimento Carabinieri "Friuli Venezia Giulia" con sede a Gorizia. Il fatto è accaduto nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, e nello scontro è morto anche l'ambasciatore italiano Luca Attanasio, uno dei più giovani diplomatici della Farnesina. Questa mattina ne ha dato notizia alla famiglia il comandante della compagnia di Terracina Francesco Vivona.

Il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, ha proclamato il lutto cittadino: «La nostra città ha già pagato un enorme tributo di sangue nel corso delle missioni all'estero come nel tragico attentato di Nassirya».

Luca Attanasio, l'ambasciatore morto in Congo insieme a un carabiniere

Chi era

Originario di Sonnino (Latina), il carabiniere Vittorio Iacovacci avrebbe compiuto 31 anni il mese prossimo, a marzo, ed , da dove provengono i militari generalmente impegnati in questo tipo di missioni all'estero. Iacovacci aveva prestato servizio anche nel Reggimento Folgore.

Luca Attanasio, l'ambasciatore morto in Congo insieme a un carabiniere

La dichiarazione

«La comunità di Sonnino è sgomenta per questa giovane e tragica perdita. Proclameremo il lutto cittadino». Così il sindaco di Sonnino, Luciano De Angelis, alla notizia della morte in Congo del carabiniere Vittorio Iacovacci, originario del centro in provincia di Latina. «Era andato a portare la pace ed è stato ucciso - ha concluso De Angelis - ci stringiamo attorno alla famiglia».

La famiglia

Atterriti i genitori di Vittorio Iacovacci. Questa mattina avevano ricevuto una telefonata del comandante del Reggimento nella loro casa di Capocroce, alla periferia di Sonnino. L'ufficiale li ha informati di aver avuto notizia di un attacco ma di non avere informazioni più precise. Ma quando l'operaio sessantenne di Sonnino ha visto arrivare la macchina dei carabinieri con a bordo il capitano Francesco Vivona, ha capito. Con lui c'era la moglie, casalinga, e alcuni parenti. Immediatamente hanno chiamato gli altri due figli, il fratello e la sorella di Iacovacci. A quanto risulta il carabiniere doveva rientrare in Italia il prossimo giugno.

Era la prima missione


Iacovacci era entrato nei carabinieri nel 2016, dopo aver seguito il corso formativo alla Scuola allievi carabinieri, presso la Caserma Trieste a Iglesias, era stato destinato al Reggimento Gorizia. Quella in Congo era la sua prima missione all'estero. Era partito nel settembre scorso e doveva fermarsi in Africa fino al prossimo giugno.

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Il Gazzettino