Vittime delle Foibe: la cerimonia tra applausi e accuse di negazionismo

Vittime delle Foibe: la cerimonia tra applausi e accuse di negazionismo
TRIESTE - La parola negazionismo ha rieccheggiato questa mattina alla Foiba di Basovizza dove si è svolta la cerimonia solenne del Giorno del Ricordo che commemora (dal...

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TRIESTE - La parola negazionismo ha rieccheggiato questa mattina alla Foiba di Basovizza dove si è svolta la cerimonia solenne del Giorno del Ricordo che commemora (dal 2004) le vittime delle foibe e l'esodo giuliano dalmata. I consueti riti quest'anno sono stati accompagnati da qualche contestazione tra il pubblico presente: «Negazionista» si è sentita gridare la presidente della Regione Debora Serracchiani dopo aver deposto, assieme alle altre autorità presenti, tra cui il sottosegretario di Stato agli affari Esteri Benedetto Della Vedova, le corone d'alloro. Qualche applauso in ordine sparso e poi altre frasi di contestazione: «Via di qua» e  «Vergognati». Ma il malumore è riemerso quando è intervenuto pubblicamente Della Vedova: «La memoria va preservata e il Governo è impegnato in tal senso» ha detto ricordando le atrocità e la violazione dei diritti umani ma anche «il silenzio insopportabile calato per decenni in Italia». Parole che non hanno convinto proprio tutti i presenti: «Balle, bugiardi, falsi». «Io vengo qui da tanti anni, non è questo il mio primo anno, a differenza di qualcuno - si è limitata a dire Serracchiani - quindi ho già scelto da che parte stare, so già qual è la verità». «Le parole forti che sono state dette oggi sono parole importanti. Noi qui oggi ricordiamo i morti - ha aggiunto - e credo che il modo migliore sia il silenzio e la preghiera». «Polemiche inevitabili - ha commentato Della Vedova che ha consegnato personalmente le medaglie ai famigliari delle vittime delle foibe - importante è ricordare per onorare doverosamente la memoria di chi ha perso la vita, a lungo negata».


Ma di «ideologia balzana e balorda del negazionismo» ha parlato anche il vescovo Giampaolo Crepaldi nella sua omelia alla messa per le vittime suscitando qualche applauso. Alla cerimonia erano presenti, come annunciato, i leader di Lega e Fratelli d'Italia Matteo Salvini e Giorgia Meloni e l'onorevole Mariastella Gelmini di Forza Italia che ha detto: «Penso siano veramente poche le
persone che si ostinano a negare una verità storica, credo che l'istituzione del Giorno del Ricordo, ancorché tardivamente, sia un passo avanti per evitare che prevalgano il negazionismo e l'ignoranza» mentre per Meloni « anche l'assenza delle istituzioni e delle massime cariche dello Stato consente a qualcuno di negare quello che è accaduto sul nostro confine orientale, oggi chi non è venuto perde un insegnamento ossia che la libertà non è scontata nè gratis». «Questi erano nostri fratelli - ha dichiarato Salvini che stamattina ha visitato anche il Magazzino 18 in Porto Vecchio -  questi erano veramente nostri concittadini che scappavano dalla guerra, dal terrore e dalle persecuzioni. Questi erano esuli veri non profughi finti».  Il sindaco Roberto Dipiazza ha voluto rimarcare «la chiara ed ineludibile matrice dei partigiani comunisti titini, nel perpetrare l'eccidio tragico delle foibe e dell'esodo».

 
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Il Gazzettino